“Mati maaaa…”: 3 miti sulla sordità da sfatare
Il nostro piccolo dizionario cortese in LIS
La storia dei pesci arcobaleno
C’era una volta un vasto e splendente mare, pieno di vita e di colori. Le sue acque erano in continuo movimento e tra le onde, le correnti e i fondali misteriosi vivevano e nuotavano pesci di ogni forma, dimensione e colore. Ciascuno unico e insieme agli altri parte di un grande mondo chiamato “comunicazione”.
Tra i pesci color arcobaleno ce n’erano alcuni con una protesi che li aiutava a sentire, altri ne avevano due; alcuni avevano impianti e altri ancora non ne avevano affatto. Alcuni pesci erano nati con le loro particolari pinne colorate, mentre altri avevano perso il loro udito nel tempo e avevano imparato ad orientarsi in modi nuovi.
Questo mare era popolato anche da bolle, leggere e scintillanti. Non erano semplici bolle d’acqua, perché ognuna di esse aveva un ruolo fondamentale nella vita dei piccoli pesci arcobaleno.
C’erano bolle più grandi, che rappresentavano la famiglia, sempre vicina e pronta a proteggerli e guidarli. Altre bolle erano invece gli insegnanti, che con pazienza e dedizione insegnavano ai pesci come muoversi con sicurezza tra le correnti. Poi c’erano le bolle dei terapisti e dei medici, che si prendevano cura dei piccoli pesci, aiutandoli a crescere e a far splendere sempre di più le loro scaglie colorate.
Tutte le bolle, anche le più piccole, avevano un ruolo essenziale nel viaggio dei pesci. Ogni sorriso, ogni parola, ogni esperienza ne creava di nuove, nuove connessioni attraverso le quali raccontare chi erano davvero, crescendo felici e sicuri, forti del loro essere pesci oltre le onde della disabilità.
Questo per noi è la comunicazione: un mare ricco di colori e di sfaccettature. A volte, nuotiamo in scia e il nostro cammino sembra semplice e lineare. Altre volte, però, ci troviamo a nuotare controcorrente, ad affrontare onde sempre più alte. Ma è proprio in questi momenti che il mare ci ricorda la sua bellezza e il valore di ogni sforzo.
In questo mare, non siamo mai soli. Le persone intorno a noi sono pronte a sostenerci proprio come una bolla d’aria che ci dà respiro nei momenti di difficoltà. Perché, nel mare della comunicazione, non importa solo il percorso che facciamo, ma anche il modo in cui lo condividiamo con gli altri.
Così, la comunicazione diventa il mezzo per esprimere la nostra essenza, per raccontare le nostre storie e per crescere insieme agli altri. E mentre nuotiamo, consapevoli di chi siamo e di cosa possiamo diventare, scopriamo che non è la disabilità a definirci, ma la nostra capacità di navigare nel grande mare della vita con coraggio, determinazione e cuore aperto.