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Ciao, ti presento il CRC.

Il CRC cambia, si evolve, cresce.

Nasce nel 2002, con una specificità sulla balbuzie, appunto. Di lì, il nome. Eravamo in tre, quando nel febbraio 2002, è iniziato il nostro sogno. Tante domande, tanta passione, tanti progetti; paura, quel tanto che basta.

“Se non hai paura quando un coccodrillo ti stacca una guancia, non sei vivo. Ascolta ragazzino, non puoi liberarti della paura, è come madre natura, non puoi batterla o sfuggirle, ma puoi resisterle e scoprire di che pasta sei fatto”.

Il viaggio di Arlo

Scegliamo l’azzurro a rappresentarci, un tondo avvolgente, un fiore che nasce al suo interno. Ogni traguardo, una festa: l’autorizzazione, l’accreditamento, l’ampliamento dell’accreditamento, la certificazione di qualità.

Ci prendiamo cura dei bambini che hanno bisogno di noi come fossero nostri. Lo facciamo da sempre.
Da quando eravamo in tre e il CRC aveva cinque stanze.
Da quando ci occupavamo solo di balbuzie o quasi, da quando avevamo una sala teatro all’interno del Centro e tre porcellini su una scrivania di vetro.

Oggi, siamo più di ottanta e il CRC, di stanze, ne ha trenta.
Ci prendiamo cura di gran parte dei disturbi che riguardano il Neurosviluppo, lo facciamo mettendo a disposizione, dei nostri piccoli, equipe multidisciplinari e ultraspecializzate e le tecnologie più avanzate. Siamo cambiati, cresciuti; ma il CRC è rimasto lo stesso. E la balbuzie è solo uno dei tanti disturbi di cui ci occupiamo. CRC e basta. CRC è tutto. Essenziale, conciso, diretto. Centro Ricerca e Cura. Ciò che facciamo, ciò che siamo.

Il rosso, primo colore dell’arcobaleno, si ritiene sia anche il primo colore che percepiamo dalla nascita. Il rosso è il colore del cuore, del dinamismo e della vitalità, simbolo di passione, forza e sicurezza. È il colore del fuoco, degli slanci vitali e dell’azione.

Tre lettere giustapposte, sovrapposte. Le lettere escono dal loro “schema”: si muovono, si fondono creando nuove forme e geometrie di colori. Se le parole sono importanti, le lettere lo sono ancora di più, eppure vengono sempre “lette” nella loro essenza pratico-funzionale, ma avete mai notato quanto invece siano belle? La lettera diviene, così, nel nuovo logo del Centro, una forma espressiva di arte; oltre le parole, si mostra e continua a comunicare, in una modalità diversa.

Caratteri ad alta leggibilità per i testi del nostro nuovo sito; abbiamo scelto Biancoenero, la prima font italiana ad alta leggibilità elaborata dai nostri partner della Casa Editrice omonima con cui collaboriamo da circa dieci anni, in occasione del progetto Redazione Ragazzi, portato avanti dal nostro Polo Apprendimento.

Andiamo oltre le parole per superare i limiti. Un lavoro di costante ricerca e scoperta. Dove ciò che c’è è solo una piccola parte, dove la ricchezza è preziosa, celata nei dettagli, una corsa liberatoria, un gridolino entusiasta, una risata esplosa, uno sguardo trasognato, una parola non detta. Due occhi che ti guardano e cercano. Tutti la stessa cosa, seppur nella loro più immensa diversità: l’amore.
E noi, al CRC, ogni giorno, cerchiamo di darne.

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Voilà, lo spettacolo sei tu!

Voilà, lo spettacolo sei tu! Questo è il nome del nuovo progetto realizzato dal CRC.

Voilà, lo spettacolo sei tu – spiega la Dottoressa Donatella Tomaiuoli, direttore del CRC – è un gioco di società che nasce dall’esigenza di potenziare in tutti i bambini, non solo quelli che balbettano, le parti fondanti di una comunicazione efficace.

Il gioco nasce da un sogno, come tutti i progetti che qui al CRC mettiamo appunto. Nasce da un sogno e da una richiesta di aiuto, tramutatasi poi in una collaborazione divenuta amicizia. Ho conosciuto Marco Ippoliti un paio di anni fa, ho la fortuna, con il mio lavoro, di venire a contatto con tantissime persone, molte delle quali sono persone speciali, con cui si crea un legame, un legame emozionale che prescinde dal tempo trascorso insieme. Marco era speciale, è speciale. Mi parlò del suo lavoro, creava giochi; mi parlò della sua vita, quattro figli, una moglie in carriera e lui… un costruttore di sogni.

Ho scelto di rimanere a casa per occuparmi dei miei figli, non vedo niente di più bello. Posso lavorare anche da lì, ho bisogno di un computer e della mia mente, dunque non mi serve fare molta strada per raggiungere entrambi. Progetto cose che devono entusiasmare me per primo, giochi che, me per primo, devono divertire”.

Marco parlava il linguaggio del cuore, che è il mio e così, di getto gli chiesi di buttare giù qualcosa insieme. Lui mi chiese cosa. Io non lo sapevo, ma ero convinta che qualcosa di buono ne sarebbe uscito.”

A questa folle chiacchierata fecero seguito numerose riunioni talvolta più, talvolta meno strutturate, anche con le altre due future autrici di Voilà, lo spettacolo sei tu!, la dottoressa Maria Grazia Spinetti, logopedista specializzata nel trattamento della balbuzie in età prescolare e la dottoressa Michela Battisti, Terapista della Neuropsicomotricità dell’Età Evolutiva, entrambe coinvolte nel programma Play!, un’attività messa su dal CRC e rivolta a bambini che balbettano d’età prescolare.

Inizialmente, infatti, – spiega la Dottoressa Tomaiuoli – Voilà, lo spettacolo sei tu! doveva rivolgersi ai bambini prescolari, a quella fascia d’età, dunque, in cui tendiamo a lavorare non specificatamente sul sintomo, quanto più su tutti quelli atteggiamenti che potrebbero derivare da una cattiva gestione ed errata considerazione, da parte del paziente, della disfluenza.”

Voilà, lo spettacolo sei tu! Lavora su tutti gli aspetti della comunicazione, dall’aspetto verbale, all’aspetto mimico-gestuale, a quello paraverbale. Il bambino è portato a confrontarsi con le proprie difficoltà giocando, lavora divertendosi.

È stato scelto, per far da cornice al gioco, il circo, il circo la cui normalità è popolata di stranezze, in cui essere diverso è l’arma vincente, in cui si è liberi di essere quel che si è senza il timore di essere giudicati. Abbiamo scelto il circo per i suoi colori, per la sua vivacità, perché le sue immagini fossero riconoscibili anche senza il bisogno di dover leggere le didascalie, in lingua italiana e in lingua inglese, presenti su ogni carta.”

Le regole del gioco sono semplici, vince chi arriva prima al traguardo, ma, per arrivarci, le prove da superare non sono così banali. Il bambino è chiamato, ad ogni turno, a pescare tre tipologie differenti di carte, afferenti dalle categorie VI RACCONTO, LO FACCIO, MI SENTO e, da lì, eseguire ciò che le carte suggeriscono, rispettivamente le prime chiedono di esporre di fronte ai compagni un argomento come la propria descrizione, la propria festa, il primo giorno di scuola, le seconde indicano la modalità in cui l’argomento deve essere esposto, ad esempio, bisbigliado, urlando, oppure balbettando, le terze indicano, invece, lo stato d’animo da simulare nel corso dell’esposizione.

Sono diversi anni – raccontano le dottoresse – che proponiamo il gioco ai bambini. E’ un gioco divertente, stimolante e che porta il bambino a sperimentare l’ebrezza di essere protagonista, di essere al centro dell’attenzione di coetanei, di cui è generalmeente portato a temere l’opinione”.

Voilà, il protagonista sei tu abbi il coraggio di dire chi sei e vanne fiero.

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