Sordità
Età prescolare e scolare (0–18 anni)
IL DISTURBO
Con il termine ipoacusia si definisce il deficit uditivo che può interessare uno o entrambi gli organi deputati alla ricezione (mono/bilaterale).
Secondo l’OMS, oltre il 5% della popolazione mondiale, circa 466 milioni di persone, ha una riduzione dell’udito che incide sulla qualità della vita; mentre si stima che entro il 2050 oltre 900 milioni di persone (ovvero 1 su 10) avrà una perdita uditiva. In Italia sono 7 milioni le persone con problemi di udito, corrispondenti all’11,7% della popolazione.
In base all’epoca di insorgenza, le ipoacusie possono essere classificate in congenite, cioè presenti alla nascita o nell’immediata vicinanza del parto (preverbali), e postnatali (post-verbali), cioè insorte successivamente allo sviluppo del linguaggio.
In rapporto all’eziologia, si classificano in genetiche o ereditarie e acquisite. Per le prime è riconosciuta un’anomalia cromosomica, mentre per le seconde si possono riconoscere molteplici cause: infettive, vascolari, degenerative, autoimmuni, tumorali, iatrogene, ecc.
In base alla sede di lesione si classificano in:
- ipoacusia trasmissiva: quando il danno è localizzato nell’orecchio esterno o nelle strutture trasmissive dell’orecchio medio.
- ipoacusia neurosensoriale: quando il danno è localizzato nell’apparato di percezione (organo del Corti, nervo acustico, centri e vie bulbo-ponto-mesencefaliche, aree uditive corticali).
- ipoacusia mista: quando la causa del danno uditivo coinvolge sia l’apparato di trasmissione (orecchio esterno o medio) del suono che quello di trasduzione (coclea) o trasmissione (nervo acustico).
- ipoacusia centrale: quando il danno è localizzato in seno all’organo centrale dell’udito, l’encefalo.
Si definiscono diversi gradi di sordità in relazione all’entità della perdita uditiva:
- sordità lieve
(con una perdita che va dai 20 ai 40 decibel) - sordità media
(con una perdita che va dai 40 ai 70 decibel) - sordità grave
(con una perdita che va dai 70 ai 90 decibel) - sordità profonda
(con una perdita che è uguale o maggiore di 90 decibel).
La persona sorda presenterà caratteristiche diverse a seconda di diversi fattori incidenti al momento della diagnosi:
- il periodo di insorgenza della sordità.
- età del soggetto.
- tipo e grado di sordità.
- assenza di altri disturbi associati alla sordità.
- livello di evoluzione cognitiva e percettiva tattile e visiva.
- presenza di un ambiente stimolante e attento ai bisogni della persona sorda.
- livello di evoluzione affettiva e sociale.
- tempo intercorso tra la diagnosi e gli interventi terapeutici (protesici e riabilitativi).
- sordità o normoacusia nei genitori/familiari.
LA VALUTAZIONE
La diagnosi della sordità è un processo articolato poiché mirato a valutare la persona nella sua globalità.
Infatti, il paziente, dopo aver ricevuto in un Centro di II livello la diagnosi di ipoacusia, inizia l’iter valutativo delle competenze cognitive, linguistiche, motorie ed affettive che contribuiscono alla stesura del successivo piano di trattamento.
La valutazione si realizza con il coinvolgimento delle seguenti figure professionali: neuropsichiatra infantile, psicologo, logopedista e neuropsicomotricista.
L’osservazione del paziente, il colloquio iniziale con i familiari e la valutazione multidisciplinare rappresentano il primo passo verso la progettazione di un piano riabilitativo basato sulle esigenze del paziente.
LA NOSTRA
PROPOSTA CLINICA
L’approccio multidisciplinare prevede un trattamento integrato finalizzato al sostegno e allo sviluppo di tutte quelle competenze (cognitive, linguistiche, sociali, motorie, percettive) che sottostanno allo sviluppo funzionale della persona.
A seconda delle fragilità riscontrate in sede di valutazione, le aree di intervento della terapia logopedica saranno una o più di una tra le seguenti:
- prerequisiti della comunicazione nell’area cognitiva.
- aspetti percettivi del suono e dell’eloquio.
- comprensione e produzione verbale.
- uso funzionale del linguaggio e della comunicazione verbale.
- competenze accademiche (lettura, scrittura e calcolo).
La scelta della metodica riabilitativa sarà indirizzata dall’analisi delle componenti comunicative, sociali ed adattive del paziente.
L’equipe proporrà quindi il trattamento oralista o quello bimodale (in cui si utilizza l’Italiano Segnato). Seguendo le più aggiornate ricerche sull’acquisizione e sullo sviluppo del linguaggio nel bambino udente, la terapia coinvolgerà tutti gli aspetti del linguaggio (fonologico, morfosintattico, semantico, pragmatico) e dei suoi diversi contesti (parlato e scritto), unitamente a quelli più propriamente percettivi (educazione al miglior uso dell’ausilio protesico, sostegno alle abilità di detezione, discriminazione e riconoscimento al suono).
Nell’intervento neuropsicomotorio, ove necessario, le aree di intervento saranno una o più fra le seguenti:
- coscienza del proprio corpo
- spazialità
- temporalità
- equilibrio
Per i pazienti in età evolutiva il trattamento prevede l’integrazione di counselling parentale perché la partecipazione dei genitori al processo educativo del bambino affetto da sordità rappresenta un aspetto fondamentale nel continuum educativo/riabilitativo.
EQUIPE COINVOLTA
L’equipe coinvolta nell’iter diagnostico e riabilitativo è multidisciplinare:
- Neuropsichiatra infantile
- Psicologo
- Logopedista
- Terapista della neuropsicomotricità