In occasione della Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo, il CRC pensa ad “Al di là dello Spettro”, concetto, prima che iniziativa ed evento.
È passato più di un anno, da quando le nostre vite sono state forzatamente stravolte. Le nostre abitudini irrimediabilmente modificate. Abbiamo imparato o reimparato ad apprezzare ciò che forse la vita frenetica ci aveva portati a trascurare, ma tanto altro è stato perduto e ci manca.
È un momento duro e, oggi, il lockdown pesa di più, rispetto a quello dell’anno scorso – seppur meno stringente. Siamo stremati e la speranza non veste più i colori dell’arcobaleno.
Vogliamo fare, dunque, in modo che la giornata del 2 aprile respiri di colore e freschezza quella di ogni bambino, diversa per ogni bambino, il linea con il suo essere speciale.
Vogliamo provare a trasferire un messaggio che noi stessi abbiamo appreso dai nostri piccoli. Vogliamo che quello spettro, che racchiude le diverse tipologie e sfaccettature dell’Autismo, permei l’iniziativa del CRC che allestirà, nelle strade dell’EUR, in prossimità del Centro, una mostra a cielo aperto dove, come supporto gli alberi, saranno esposti i disegni realizzati dai nostri bambini, dai loro compagni di classe, dalle loro insegnanti, dai loro terapisti, dai loro genitori. L’esposizione sarà accompagnata da una traccia musicale, realizzata ad hoc, che ognuno potrà ascoltare scansionando, con il proprio telefono cellulare, il QR Code presente ad inizio percorso.
Si parte da un concetto di mancanza. L’isolamento e la chiusura sociale sono caratteristiche tipiche del soggetto nello spettro. La mancanza/paura del contatto, la diffidenza nei confronti dell’altro. Sono sensazioni, queste, che chi di noi non ha sperimentato in questo periodo? Ci siamo sentiti delle bolle, nelle bolle, o al loro esterno, mentre, rispettivamente, all’esterno o all’interno di queste, era gran parte di ciò a cui ambivamo, a cui auspicavamo e che le contingenze lo rendevano, nostro malgrado, inaccessibile.
Abbiamo chiesto ai nostri bambini cosa fosse mancato loro. Di chi avessero sentito la nostalgia. Come si fossero sentiti e cosa avessero fatto per evitare la tristezza – denunciata dai più – legata al sentirsi soli. I nonni sono tra i primi soggetti del desiderio: Francesco dice di sentirsi arrabbiato e triste, quando non può vedere il nonno Raimondo a cui, però, ha potuto telefonare quando voleva. Mia, anche, afferma di essere molto triste, ché non può raggiungere il nonno che le manca e allora, per sentirlo più vicino, guarda il cielo e lo immagina felice e contento. Al secondo posto, gli amichetti, a cui si fanno videochiamate, per cui si scrivono letterine e realizzano disegni. A Leo manca il gatto della zia, a Federico, invece, andare sull’altalena, ma può sempre andare in bicicletta con mamma e papà. Andrea sogna l’acqua della piscina dove fa nuoto; Sebastian, il campo da calcio. Ancora, a Maria Laura manca vestirsi carina per uscire; A Samuele giocare con la sua terapista in stanza.
Attraverso i disegni, abbiamo provato a raffigurare, a dar colore a sentimenti e sensazioni. A cercare soluzioni. “Cosa puoi fare per non sentirti triste e solo, come puoi scoppiare quella bolla che ti tiene lontano da ciò che desideri?”. Sfiorandola, colpendola, a volte solo soffiandoci su. Domani le vie dell’EUR risplenderanno di speranza. Abbiamo sperimentato che non è facile uscirne, ma abbiamo sperimentato, pure, che ci sono soluzioni per farlo. Ce lo insegnano i bambini con i loro disegni, con la loro forza e la loro tenacia. Con la loro essenziale complessità.
Per scoppiare una bolla, infatti, a volte, basta solo soffiarci su.