Pubblicazioni e Tesi

Pubblicazioni e Tesi

PUBBLICAZIONI

Acoustic analysis in stuttering: a machine learning study

Autori: Francesco Asci, Luca Marsili, Antonio Suppa, Giovanni Saggio, Elena Michetti, Pietro Di leo, Martina Patera, Lucia Longo, Giovanni Ruoppolo, Francesca Del Gado, Donatella Tomaiuoli a Giovanni Costantini

Pubblicazione: Frontiers in Neurology, anno 2023

Multicultural Multicommonalities in Stuttering and Intervention

Autori: Francesca Del Gado, R. Sertan Ozdemir, Selma Saad Merouwe, Katarzyna Wesierska

Pubblicazione: Clinical Cases in Dysfluency, Routdledge, anno 2022

Ristrutturazione dei servizi di un centro di riabilitazione per bambini con disturbi del neurosviluppo durante la pandemia covid-19: efficacia percepita, soddisfazione degli utenti e prospettive future Progetto di screening per l’identificazione precoce 

Autori: Christian Veronesi, Maria Grazia Totino, Silvia Rossi, Donatella Tomaiuoli

Pubblicazione: Psicologia clinica dello sviluppo, Il Mulino, anno 2022

Manuale per teleterapie per pazienti affetti da disturbi del Neurosviluppo

Autori: Michela Battisti – Manuela Calanca – Francesca Del Gado – Italo De Meis – Fabrizio Massimo Ferrara – Andrea Fracasso – Alessandra Silvana Giannantoni – Sara Consilia Papavero – Eleonora Pasqua – Donatella Tomaiuoli – Christian Veronesi

Pubblicazione: www.dati-sanita.it, anno 2021

Telepractice in School-age Children Who Stutter: A Controlled Before and After Study to Evaluate the Efficacy of MIDA-SP

Autori: Donatella Tomaiuoli, FrancescaDel Gado, Sara Marchetti, Lisa Scordino, Diletta Vedovelli

Pubblicazione: International Journal of Telerehabilitation, 2021, 13.1.

Contemporary issues with stuttering: The Fourth Croatia Stuttering Symposium

Autori: Robyn Lowe, Suzana Jelčić Jakšić, Mark Onslow, Sue O’Brian, Martine Vanryckeghem, Sharon Millard, Elaine Kelman , Susan Block, Marie-Christine Franken, Sabine Van Eerdenbrugh, Ross Menzies, Rosalee Shenker, Courtney Byrd, Hans-Georg Bosshardt, Francesca Del Gado, Valerie Lim

Pubblicazione: Journal of Fluency Disorders, 2021, 70: 105844.

Il teacher training in presenza e a distanza nei bambini con disturbo dello spettro autistico

Autori: Sabrina Scala, Silvia Rossi, Federica Funari, Veronica Mollica, Maria Grazia Totino, Antonella Mattei, Valentina Carone, Christian Veronesi

Pubblicazione: Psicoterapeuti in-formazione, n. 28, anno 2021

 

Progetto di screening per l’identificazione precoce di fragilità nello sviluppo della comunicazione e della relazione sociale

Autori: Christian Veronesi, Federica Romano, Alice Tondinelli, Serena Zamboni, Barbara Manzi 

Pubblicazione: Autismo e disturbi del neurosviluppo, Edizioni Erickson n. 3, anno 2021

 

L’intervento di Teacher Training durante la pandemia di covid-19: un’esperienza clinica multidisciplinare

Autori: Federica Funari, Silvia Rossi, Carlotta Spizzichino, Sabrina Scala, Eleonora Pasqua, Christian Veronesi

Pubblicazione: IL TNPEE – Anupi tnpee, Edizioni Erickson Vol 3, n.2, anno 2021

 

Il trattamento delle funzioni esecutive: sfide e adattamenti per la riabilitazione a distanza  

Autori: Giuliana Geusa,  Michela Battisti, Simona De Angelis, Letizia  Giordano, Valeria Zili

Pubblicazione: IL TNPEE – Anupi tnpee, Edizioni Erickson Vol 3, n.1, anno 2021

 

La web conference sulla teleriabilitazione nei disturbi del neurosviluppo: confronto internazionale sulla riabilitazione a distanza

Autori: Michela Battisti, Donatella Tomaiuoli, Eleonora Pasqua, Alessandra Silvana Giannantoni, Christian Veronesi, Martina De Meis

Pubblicazione: IL TNPEE – Anupi tnpee, Edizioni Erickson Vol 2, n.2, anno 2020

Abilità emotive e socio pragmatiche: training di gruppo con bambini con autismo ad alto funzionamento

Autori: A.Mattei, N. Di Rocco, S. Scala, F. Funari, C. Procaccini, C. Veronesi

Pubblicazione: Autismo e disturbi del neurosviluppo, Edizioni Erickson n.3, anno 2020

La riabilitazione a distanza. L’esperienza del CRC di Roma al tempo del Covid-19

Autori: Donatella Tomaiuoli, Alessandra Silvana Giannantoni, Giorgia Picchiotti, Chiara Pirisi, Francesca Del Gado, Eleonora Pasqua, Christian Veronesi

Pubblicazione: nel volume Teleriabilitazione nei disturbi di apprendimento – Principi ed evidenze di efficacia per presa in carico a distanza, Edizioni Erickson, ottobre 2020

L’esperienza clinica del CRC di Roma durante i lockdown: dalla progettualità alla verifica dell’intervento riabilitativo a distanza

Autori: Donatella Tomaiuoli, Michela Battisti, Manuela Calanca, Alessandra Silvana Giannantoni Francesca Del Gado , Eleonora Pasqua, Christian Veronesi

Pubblicazione: Logopedia e comunicazione, Edizioni Erickson, Vol.16, n.3, ottobre 2020

La “Redazione Ragazzi” ad alta leggibilità. Esperienza di apprendimento significativo per promuovere il piacere della lettura nei ragazzi dislessici

Autori: Eleonora Pasqua, MariaPia Ciancaglioni, Giulia Marucci, Donatella Tomaiuoli

Pubblicazione: rivista Dis, Giornale italiano di ricerca clinica e applicativa, Edizioni Erickson, Vol. n.1, anno 2020

Proceedings of the 3rd International Conference on Stuttering

Autori: Donatella Tomaiuoli

Pubblicazione: Edizioni Centro Studi Erickson, 2019

Proceedings of the Second International Conference on Stuttering

Autori: Donatella Tomaiuoli

Pubblicazione: Edizioni Centro Studi Erickson, 2016

Public attitudes toward stuttering in Europe: Within-country and between-country comparisons

Autori: Kenneth O. St Louis, Hilda Sønsterud, Lejla Junuzović-Žunić, Donatella Tomaiuoli, Francesca Del Gado, Emilia Capparelli, Mareen Theiling, Cecilie Flobakk, Lise Nesbakken Helmen, Ragnhild R Heitmann, Helene Kvenseth, Sofia Nilsson, Tobias Wetterling, Cecilia Lundström, Ciara Daly, Margaret Leahy, Laila Tyrrell, David Ward, Marta Węsierska

Pubblicazione: Journal of communication disorders, Vol. n. 62, anno 2016

Balbuzie. Fondamenti, valutazioni e trattamento dall’infanzia all’età adulta

Autori: Donatella Tomaiuoli

Pubblicazione: Erickson, 2015

Balbuzie – International Conference on Stuttering

Autori: Donatella Tomaiuoli

Pubblicazione: Omega Edizioni, 2012

A training to support adolescents who stutter in their communication at school: an evaluation of effectiveness 

Autori: Donatella Tomaiuoli, Emilia Capparelli, Paola Falcone

Pubblicazione: in atti del 28th World Congress of the International Association of Logopedics and Phoniatrics (IALP), 2010

Favolando con la balbuzie dei piccoli … Il laboratorio di gioco come modalità di intervento sui bambini in età prescolare balbuzienti e non solo

Autori: Donatella Tomaiuoli

Pubblicazione: Società Editrice Universo, 2009

The use of drama-therapy in the rehabilitation of stuttering patients

Autori: Donatella Tomaiuoli, Francesca Del Gado, Paola Falcone, Calogero Marchese, Eleonora Pasqua, Maria Grazia Spinetti

Pubblicazione: International Stuttering Awareness Day Online Conference, 2007

The Use of Movie and Spot Dubbing in Stuttering Treatmen use of drama-therapy in the rehabilitation of stuttering patients

Autori: Donatella Tomaiuoli, Roberta Castiglione, Francesca Del Gado, Paola Falcone, Emanuela Lucchini, Eleonora Pasqua, Maria Grazia Spinetti

Pubblicazione: Research, Treatment, and Self-help in Fluency Disorders: New Horizons, Proceedings of the International Fluency Association’s 5th World Congress, Dublin: International Fluency Association, 2007

Balbuzie e arti terapie. Il laboratorio di pittura per il paziente balbuziente in età prescolare e scolare: l’espressione tra forme e colori

Autori: Donatella Tomaiuoli, Patrizia Presutti, Emanuela Lucchini 

Pubblicazione: Arti Terapie, V. 1/2, 2006

A theatrical approach to teatring Stuttering 

Autori: Donatella Tomaiuoli, Emanuela Lucchini, Eleonora Pasqua, Maria Grazia Spinetti

Pubblicazione: The ASHA Leader2005

Stuttering Treatment in Italy 

Autori: Donatella Tomaiuoli, Emanuela Lucchini, Eleonora Pasqua, Maria Grazia Spinetti

Pubblicazione: The ASHA Leader2005

L’efficacia dell’arte-terapia nella valorizzazione delle risorse di autostima e delle potenzialità espressive dei bambini in età scolare affetti da balbuzie: I risultati di una ricerca

Autori: Donatella Tomaiuoli, Paola Falcone, Emanuela Lucchini, Giovanni Masciarelli, A. Ancora, Giorgio Paciotti, G. M. Pirone

Pubblicazione: In Difesa Sociale, 84 (1), 13-342005

Le artiterapie espressive per un approccio integrato nella terapia della balbuzie in età adolescenziale

Autori: Donatella Tomaiuoli, Emanuela Lucchini

Pubblicazione: Logopedia, Anno 3, n.2, pgg.6-13, 2005

TESI

“L’utilizzo della Virtual Reality e dei biosensori nella valutazione della balbuzie per misurare attraverso parametri oggettivigli aspetti covert”

Autore: Francesca Pirrottina

Relatore: Prof.ssa Donatella Tomaiuoli

Correlatore: Dott.ssa Lisa Scordino

Università: Università TorVergata

Anno Accademico: 2021/2022

Nel corso degli anni, diversi studi hanno dimostrato un’associazione tra balbuzie e disagio connesso ai contesti di verbalizzazione: le persone che balbettano mostrano spesso paura di valutazioni negative, pensieri negativi, insicurezza e comportamenti di evitamento.

Nel trattamento della balbuzie un approccio comune è quello dell’intervento basato sull’esposizione: una tecnica cognitiva-comportamentale che espone, gradualmente, il paziente alla difficile situazione comunicativa al fine di superare le ansie e le paure connesse ad essa.

Risulta, però, difficile replicare, all’interno del setting terapeutico, le situazioni di vita quotidiana e ottenere dati oggettivi sulle emozioni provate dal soggetto.

Queste limitazioni possono essere superate mediante l’uso della Virtual Reality (VR) e dei biosensori.

Ad oggi, sono stati presentati pochi articoli sull’utilizzo della realtà virtuale con soggetti che balbettano, ma nessuno tra questi ha mai combinato la realtà virtuale con i biosensori.

Il presente progetto di tesi, svolto presso il CRC – Centro Ricerca e Cura di Roma, presenta una piattaforma innovativa chiamata TWB – Therapeutic Services based on Wearable virtual reality and Biosensors, che, per la prima volta, integra la realtà virtuale con i biosensori.

L’obiettivo è di valutare l’efficacia di un training in realtà virtuale, nella valutazione e nel trattamento della persona che balbetta, attraverso l’analisi delle misurazioni biometriche rilevate grazie al biosensore. In questo modo, sarà possibile avere un parametro oggettivo degli aspetti covert della balbuzie, che ad oggi possono essere valutati esclusivamente attraverso autovalutazioni e questionari.

Combinati ed elaborati correttamente, i dati ottenuti grazie alla piattaforma TWB che integra la realtà virtuale e i biosensori, forniscono informazioni oggettive sulle attivazioni neurofisiologiche del paziente, rendendo più facile per il terapeuta vedere quali situazioni e quali stimoli risultano più attivanti per l’utente, ai fini della personalizzazione del trattamento.

“Balbuzie: limportanza di una valutazione integrata nei bambini in età prescolare. Analisi delle disluenze (SSI-4), del vissuto del bambino (KiddyCAT), e della reazione dei genitori (PPRS)”

Autore: Francesca Giansiracusa

Relatore: Prof.ssa Donatella Tomaiuoli

Correlatore: Dott.ssa Lisa Scordino

Università: Università di Roma La Sapienza

Anno Accademico: 2021/2022

La balbuzie si contraddistingue per la sua multidimensionalità sin dalla sua insorgenza.

La letteratura rileva come, già in età prescolare, possono strutturarsi componenti cognitive, emotive e comportamentali negative, sia nel bambino stesso che nei suoi genitori.

Pertanto, il presente lavoro intende avvalorare l’importanza di includere tali aspetti, oltre a quelli sintomatologici, nel processo di valutazione del bambino che balbetta; processo che, dunque, deve essere integrato e guidato da un approccio basato sull’evidenza.

L’impiego dell’SSI-4 (Stuttering Severity Instrument – Fourth Edition), del KiddyCAT (Communication Attitude Test for Preschool and Kindergarten Children Who Stutter) e della PPRS (Palin Parent Rating Scales), come strumenti di misurazione, ha consentito di indagare     sulla relazione tra:

-la prospettiva dei genitori e quella del bambino sull’impatto della balbuzie sul bambino stesso (r 0,27);

-l’impatto della balbuzie sui genitori e la loro sicurezza nel gestirla (r 0,76);

-la severità oggettiva della balbuzie e il suo impatto su bambino e genitori (r 0,21 e –0,07);

-il vissuto dei genitori e quello del bambino percepito dai genitori stessi (r 0,77).

La ricerca è stata condotta su un campione di 8 bambini e 8 bambine, con età media di 3,9 anni. I risultati mostrano la necessità di eseguire una valutazione diretta del vissuto del bambino e di attenzionare anche le reazioni dei genitori.

“TWB: una piattaforma per la registrazione di parametri oggettivi in pazienti balbuzienti esposti a scenari virtuali e non”

Autore: Francesca D’Innocenzo

Relatore: Dott.ssa Francesca Del Gado

Università: Università di Roma La Sapienza

Anno Accademico: 2021/2022

Negli ultimi decenni è aumentato l’interesse nei confronti degli ambienti virtuali (VRE) come strumento per condurre una terapia basata sull’esposizione. L’utilizzo dei VRE ha già mostrato efficacia nel trattamento di fobie specifiche nei bambini e negli adolescenti e mostra risultati promettenti per disturbi d’ansia sociale. Gli studi di Brundage (2007), Brundage & Hancock (2015), Brundage et al. (2007) e di Moïse-Richard et al. (2021), hanno convalidato l’utilizzo dei VRE anche con bambini, adolescenti e adulti che balbettano. Tali studi, hanno permesso di analizzare come l’attivazione ansiosa generata dai VRE possa essere paragonata a quella presente nelle situazioni di vita quotidiana dei soggetti che balbettano. Negli studi precedenti è stato osservato che spesso la reattività fisiologica e le valutazioni soggettive del disagio non sempre coincidevano, ciò suggerisce l’esistenza di una netta discrepanza tra il dato soggettivo e il dato oggettivo che può essere superata combinando la realtà virtuale (VR) con i biosensori.

Con questo progetto di tesi abbiamo combinato insieme, per la prima volta, realtà virtuale e biosensori prendendo in esame due gruppi omogenei per numero, età e gravità di balbuzie.

La realtà virtuale ci consente di immergere il paziente in ambienti tridimensionali sicuri, controllati e ripetibili che simulano situazioni temute di vita quotidiana. I biosensori ci permettono di misurare e registrare parametri biometrici, indici oggettivi dello stato di attivazione neurofisiologica dell’individuo. Il campione si compone di 24 partecipanti (8 femmine e 16 maschi) con un’età compresa tra i 14 e i 35 anni (M=18) suddivisi in due gruppi: un gruppo sperimentale di 12 soggetti è stato sottoposto al trattamento con visore (VR) e un gruppo di controllo formato dai restanti 12 è stato sottoposto a trattamento tradizionale (NON-VR).

Lo studio si prefigge l’obiettivo di dimostrare che la realtà virtuale sia un valido strumento da integrare nel percorso riabilitativo del paziente che balbetta con lo scopo di desensibilizzare diversi contesti di vita sociale, poiché in grado di attivare il paziente e suscitare dei livelli di ansia paragonabili a quelli del mondo reale. Inoltre, vogliamo presentare le potenzialità di una nuova piattaforma sperimentale dal nome TWB (Therapeutic Services based on Wearable virtual reality and Biosensors) che consente di ricavare informazioni oggettive utili al terapista per la personalizzazione del trattamento.

“Il programma PLAY!: analisi dell’efficacia dell’intervento in un campione di bambini in età prescolare”

Autore: Alexandra Ferro

Relatore: Dott.ssa Donatella Tomaiuoli

Correlatore: Dott.ssa Sara Marchetti

Corso di Laurea: Logopedia, Facoltà di Medicina e Chirurgia; Università di Roma Tor Vergata

Anno Accademico: 2020/2021

L’età media di insorgenza della balbuzie si verifica intorno ai 33 mesi (Yairi E. et al.,2013) e in età prescolare i fattori di rischio che portano un bambino con problemi di fluenza verbale verso la strutturazione del disturbo sono molteplici (Yairi e Ambrose, 2005). La loro individuazione rappresenta un indicatore importante per stabilire la possibile traiettoria evolutiva del disturbo e permettere al clinico di avviare una presa in carico precoce.

Uno degli approcci terapeutici da proporre in età prescolare è il programma Play! (Tomaiuoli, 2009), trattamento integrato multidisciplinare e multidimensionale, volto a sostenere i bambini in maniera globale e che prevede il coinvolgimento della famiglia.

Questa tesi si è posta l’obiettivo di dimostrare l’efficacia del suddetto trattamento per la balbuzie in età prescolare e valutare il grado di mantenimento dei risultati nel tempo attraverso un’analisi dei dati relativi alle valutazioni di bambini sottoposti al programma Play!.

Lo studio ha coinvolto un campione di 18 bambini di età media di 3,8 anni valutati tramite il test SSI-4 per gli aspetti sintomatologici e il test KiddyCAT© per gli aspetti sindromici. I dati ottenuti confrontando le valutazioni prima e dopo il trattamento hanno mostrato che il programma Play! porta a una diminuzione delle disfluenze e ad un miglioramento degli aspetti sindromici che risulta essere statisticamente significativo (valore P < 0,001). Inoltre dall’analisi delle valutazioni a distanza di 6 e 12 mesi dalla fine del trattamento si evidenzia non solo un mantenimento dei risultati ottenuti, ma nella maggior parte dei casi i bambini sono andati incontro ad un miglioramento spontaneo delle prestazioni sia a livello della fluenza sia rispetto agli aspetti di vissuto.

Prendendo in considerazione i risultati ottenuti è stato possibile affermare che il programma Play! (Tomaiuoli, 2009) costituisce un valido approccio terapeutico da poter offrire ai bambini che iniziano a balbettare in età prescolare e alle loro famiglie.

“La presa in carico in modalità blended dei bambini che balbettano: studio comparativo volto ad indagare l’efficacia del trattamento erogato in teleriabilitazione e in presenza”

Autore: Carola Ursini

Relatore: Dott.ssa Donatella Tomaiuoli

Correlatore: Dott.ssa Sara Marchetti, Dott.ssa Lisa Scordino

Corso di Laurea: Logopedia, Facoltà di Medicina e Chirurgia; Università La Sapienza

Anno Accademico: 2020/2021

Questa tesi descrive lo studio preliminare volto ad indagare l’efficacia del trattamento MIDA-SP (Tomaiuoli et al.; 2012) erogato in modalità blended in pazienti in età scolare. Secondo le evidenze presenti in letteratura, per modalità blended si intende quel tipo di trattamento che include una combinazione di servizi sincroni, asincroni e/o di persona (FLI,2020) evidenze dell’utilizzo della suddetta modalità in ambito riabilitativo sono riscontrabili nel panorama scientifico attuale (Lohrens, 2010; Wenke, Cardell, Lawrie, & Gunning, 2018; Ryer & Poll, 2020.). In questo studio, condotto all’interno del Centro Ricerca e Cura di Roma si analizza l’efficacia del trattamento MIDA-SP erogato in modalità blended in undici paziente in età scolare confrontando i risultati di pre e post trattamento mediante l’utilizzo della scala SSI-4 e del questionario autovalutativo OASES-S (Yaruss & Quesal, 2006). Le evidenze emerse dall’analisi sono state poi confrontate con i dati provenienti da uno studio sperimentale effettuato all’interno del Centro Ricerca e Cura di Roma da Tomaiuoli e colleghi (2021) nel quale si indagava l’efficacia del trattamento MIDA-SP erogato in teleriabilitazione, confrontandolo con la modalità di trattamento in presenza. I risultati finali, ottenuti mediante analisi statistica con Test T di Student, non hanno rilevato differenze statisticamente significative nell’outcome del trattamento erogato in modalità blended rispetto alla modalità in presenza ed in teleriabilitazione, suggerendo dunque l’efficacia dell’utilizzo della modalità mista nel trattamento MIDA-SP.

LA TELERIABILITAZIONE NELLA PRESA IN CARICO DEI BAMBINI CHE BALBETTANO: studio comparativo volto a indagare l’efficacia del trattamento erogato in modalità telematica

Autore: Diletta Vedovelli

Relatore: Dott.ssa Donatella Tomaiuoli

Correlatore: Dott.ssa Sara Marchetti

Corso di Laurea: Logopedia, Facoltà di Medicina e Chirurgia; Università La Sapienza

Anno Accademico: 2019/2020

La pandemia da COVID-19 ha reso necessaria una riorganizzazione generale dei servizi di riabilitazione in Italia. Il lockdown in Italia ha comportato l’uso della teleriabilitazione per il trattamento di patologie di interesse logopedico, tra cui la balbuzie evolutiva. Lo scopo del presente lavoro è stato quello di valutare l’efficacia del Programma Multidimensionale, Integrato, Differenziato, Art-Mediated per la Balbuzie (MIDA-SP; Tomaiuoli et al., 2012), erogato per via telematica in un campione di bambini in età scolare che balbettano. E’ stato effettuato uno studio non randomizzato, con gruppo di controllo, con valutazione pre e post-trattamento. Lo studio ha incluso un gruppo sperimentale (8 bambini) che ha ricevuto il trattamento secondo il programma MIDA-SP in modalità telematica e un gruppo di controllo (8 bambini) che ha ricevuto MIDA-SP in presenza. Entrambi i gruppi sono stati valutati con lo Stuttering Severity Instrument – Fourth Edition (SSI-4) e Overall Assessment of the Speaker’s Experience of Stuttering (OASES-S) prima e dopo il trattamento. Nessuna differenza statisticamente significativa è stata trovata tra le due modalità di erogazione. Questi risultati suggeriscono che il trattamento MIDA-SP fornito via telepratica è efficace per i bambini in età scolare che balbettano.

“OASES-S – Overall Assessment of the Speaker’s Experience of Stuttering – School Age”: Studio Preliminare Volto alla Validazione del Protocollo di Valutazione nei Bambini in Età Scolare che Balbettano

Autore: Rossella Caruso

Relatore: Dott.ssa Donatella Tomaiuoli

Correlatore: Dott.ssa Sara Marchetti

Corso di Laurea: Logopedia, Facoltà di Medicina e Chirurgia; Sede I.R.C.C.S. Fondazione Santa Lucia

Anno Accademico: 2018/2019

Questa tesi descrive lo studio preliminare volto alla validazione del protocollo di valutazione OASES-S (Yaruss J.S. e Quesal R.W.) rivolto a bambini in età scolare che balbettano. In base a studi presenti in letteratura, la consapevolezza di avere anomalie nella propria fluenza, la capacità di discriminare tra un eloquio fluente e disfluente e la costruzione di un’immagine rispetto alla propria abilità di comunicare si differenziano già durante l’età evolutiva in persone che balbettano (Griffin & Leahy, 2007; Weidner, Kenneth, Megan, & Staci, 2015). In questo studio si evidenzia quindi l’importanza della valutazione degli aspetti sindromici del disturbo, connessi al vissuto della persona, sin dall’età scolare. L’Overall Assessment of the Speaker’s Experience of Stuttering è stato elaborato sulla base del modello di salute umana presentato nell’ICF e si prefigge di valutare l’impatto del disturbo nella vita della persona, attraverso un’analisi globale e dal punto di vista di colui che balbetta. Al fine di validare lo strumento il protocollo è stato somministrato ad un primo gruppo di 50 bambini di età compresa tra i 7 e i 12 anni. Il campione normativo è stato individuato tramite il CRC Balbuzie e l’Università degli Studi di Torino.

Disturbi Specifici dell’Apprendimento e funzioni visuo-percettivo-motorie: studio di una popolazione clinica

Autore: Annalisa di Bartolomeo

Relatore: Prof. Eleonora Pasqua

Università: Università di Roma Sapienza

Anno Accademico: 2017/2018

Molti studi sono concordi nell’affermare che bambini dislessici mostrano delle significative differenze nel movimento degli occhi rispetto al normolettore.: punti di fissazione di durata maggiore, fissazione binoculare instabile, regressioni molto frequenti, saccadi di piccola ampiezza. I dislessici manifestano inoltre una difficile integrazione delle informazioni che vengono dalla periferia con quelle della fovea (il mascheramento è maggiore soprattutto al punto di fissazione e c’è difficoltà nell’inibizione laterale). L’effetto crowding ostacola poi il riconoscimento delle lettere perché diminuisce il numero di caratteri che si riconoscono a ogni fissazione (lo span visivo).

Il presente studio cerca di approfondire il ruolo delle funzioni visuo-percettivo-motorie nei processi di apprendimento attraverso lo studio di una popolazione clinica di 62 bambini con D.S.A. di età compresa tra i 7,2 e i 10,9 anni.

Strumenti di studio per i ragazzi con D.S.A.: proposta di un libro di testo per la scuola

Autore: Roberta Foglia

Relatore: Prof. Eleonora Pasqua

Università: Università di Roma Sapienza

Anno Accademico: 2017/2018

Numerosi studi dimostrano che il punto debole dei ragazzi con D.S.A. nello studio è nelle strategie metacognitive. Le loro difficoltà sembrano infatti correlate a uno scarso controllo dei processi che regolano l’apprendimento, che implica una non consapevolezza del proprio metodo di studio, in termini di pianificazione e scelta di idonee strategie di apprendimento.

Secondo altri studi, dei bravi docenti e dei buoni libri di testo scolastico possono aiutare lo studente ad acquisire una maggiore conoscenza dei propri processi cognitivi, dei possibili strumenti in suo possesso, così come dei propri limiti e punti di forza. Si sono dimostrati particolarmente vantaggiosi nello studio dei ragazzi D.S.A. gli strumenti di compenso, in particolar modo le mappe concettuali, e le caratteristiche grafiche dei libri di testo.

La presente tesi ha come oggetto un’indagine sulla modalità di utilizzo dei libri di testo e la realizzazione di supporti finalizzati allo studio da inserire nel testo (soprattutto mappe concettuali per favorire la comprensione, la memorizzazione e l’esposizione delle informazioni durante lo studio). L’obiettivo della sperimentazione è infatti la realizzazione di un prototipo di libro di testo per la scuola secondaria di primo grado che faciliti i processi di studio nei ragazzi normolettori e con D.S.A. Lo studio è stato condotto su un campione di 59 soggetti di età compresa tra gli 11,2 e i 13,8 anni.

Radio-Break: un’esperienza di attività arte-mediata nella terapia dell’adolescente che balbetta

Autore: Elena Michetti

Relatore: Professoressa Donatella Tomaiuoli

Correlatore: Dott.ssa Emilia Capparelli

Università: Logopedia, Facoltà di Medicina e Chirurgia; Università La Sapienza

Anno Accademico: 2017/2018

Secondo numerosi studi la balbuzie nell’ età adolescenziale, fase di sviluppo estremamente delicata, ha un impatto sulla vita del soggetto che può risultare ancora maggiore sia in ambito familiare che scolastico, ma anche per quanto riguarda la capacità di socializzare e stringere legami. È la comunicazione ad essere particolarmente inficiata in questa età e come di conseguenza risulta necessaria una terapia mirata proprio al miglioramento delle abilità comunicative.

L’obiettivo della presente tesi è stato quello di verificare gli effetti del progetto web – radio che ha previsto tre fasi: potenziamento delle abilità comunicative tramite un training di public speaking, esposizione a situazioni ansiogene tramite una vera e propria esperienza radiofonica e l’esposizione di fronte ad un pubblico di sconosciuti.

L’indagine ha coinvolto un campione sperimentale e un campione di controllo entrambi composti da 10 soggetti balbuzienti in un’età compresa tra i 12 e 16 anni. Dall’analisi dei dati e dal confronto dei due gruppi di osservazione è stato rilevato come il campione sperimentale, che ha partecipato al progetto web-radio, sia migliorato nelle abilità comunicative e nella loro generalizzazione.

Balbuzie e lettura: una buona prassi per la valutazione dei processi di decodifica in ambito clinico

Autore: Marianna Modestini

Relatore: Professoressa Donatella Tomaiuoli

Correlatore: Dott.ssa Emilia Capparelli

Università: Logopedia, Facoltà di Medicina e Chirurgia; Università La Sapienza

Anno Accademico: 2017/2018

Ad oggi valutare la lettura nei pazienti che balbettano risulta difficile per la difficoltà di isolare la balbuzie da altri disordini come la dislessia.

Da tale premessa nasce l’idea di questo progetto. La ricerca sperimentale della tesi riguarda l’utilizzo della lettura in modalità sussurrata nei bambini che balbettano in età scolare, al fine di verificare se essa sia in grado di isolare la balbuzie e valutare i processi di decodifica in ambito clinico.

Ulteriori obiettivi del progetto di tesi sono: analizzare la modificazione delle disfluenze nelle due modalità di lettura (normale e sussurrata) e giungere alla definizione di una buona prassi di valutazione della lettura nei bambini che balbettano.

Lo studio ha riguardato un campione di 86 pazienti di età compresa tra gli 8 e 10 anni suddivisi per diagnosi: 38 con balbuzie, 38 con dislessia, 10 in comorbidità balbuzie-dislessia. Il campione normativo è rappresentato da 56 bambini.

I risultati hanno dimostrato che la rapidità e la correttezza di lettura non sono compromesse in tutti i soggetti che balbettano, ma solo in quelli che presentano un livello medio/grave della balbuzie. La modalità di lettura sussurrata è risultata essere una prova efficace per tutti, ma in particolare per i balbuzienti che presentano un sintomo grave, per i quali migliora la prestazione nella maggior parte dei parametri considerati. Ciò ha permesso di isolare la componente della balbuzie e valutare la qualità di lettura.

Ulteriormente, il riscontro che coloro che balbettano meno si comportano come i normofluenti, promuove la condizione facilitante di questo studio in particolare nei confronti dei soggetti che presentano una sintomatologia grave della balbuzie.

La lettura sussurrata: un possibile strumento per la valutazione della decodifica nei soggetti balbuzienti

Autore: Valentina Ronchetti

Relatore: Prof. Eleonora Pasqua

Università: Università di Roma Sapienza

Anno Accademico: 2017/2018

Alcuni studi dimostrano un’associazione rilevante di comorbidità tra balbuzie e disturbo specifico dell’apprendimento, con particolare riferimento alla dislessia. Ciò pone in risalto la necessità di disporre di validi strumenti di valutazione dei processi di decodifica nei soggetti balbuzienti, ad oggi troppo influenzati, nella velocità di lettura soprattutto, dalle disfluenze prodotte.

Lo stato attuale della letteratura indica che l’utilizzo di condizioni facilitanti in caso di balbuzie porta a una riduzione delle disfluenze prodotte consentendo di aiutare le abilità di decodifica. In particolare è stato osservato che la lettura silente favorisce la prestazione circa il parametro della velocità, mentre la modalità sussurrata rispetto all’accuratezza.

Il progetto tesi è dunque rivolto a definire l’efficacia clinica della lettura sussurrata, con lo scopo di riuscire a stabilire l’effettiva capacità di decodifica anche in presenza di un disturbo della fluenza, e giungere, quindi, a una buona prassi di valutazione. La ricerca è stata condotta su una popolazione di 110 pazienti di età compresa tra gli 8,3 e i 10,8 anni con diagnosi di balbuzie e/o dislessia.

Le funzioni esecutive nei profili MIDA: studio su un campione di bambini che balbettano

Autore: Lisa Scordino

Relatore: Professoressa Donatella Tomaiuoli

Correlatore: Dott.ssa Emilia Capparelli

Università: Logopedia, Facoltà di Medicina e Chirurgia; Università La Sapienza

Anno Accademico: 2017/2018

Numerose sono le ricerche spese nel tentativo di contribuire a delineare il profilo della persona che balbetta, sia attraverso prove sperimentali che attraverso metodiche d’indagine strumentale. A tal proposito un crescente interesse è rivolto al ruolo delle funzioni esecutive rispetto alla balbuzie (Anderson e Wagovich, 2017; Ntourou, Anderson e Wagovich, 2018; Eggers e Jansson-Verkasalo, 2017; Eggers; Eichnor, Marton e Pirutinsky, 2017). Pertanto, il presente progetto di tesi si rivolge a un campione di 12 soggetti, (10 maschi e 2 femmine) di età compresa tra i 7.00 e i 10.00 anni e ha due obiettivi: 1) rilevare un’eventuale correlazione tra le funzioni esecutive (l’inibizione e la flessibilità attentiva) e la balbuzie; 2) rilevare eventuali correlazioni tra le due funzioni esecutive oggetto di studio e i vari profili MIDA.

I materiali adoperati sono stati: SSI-4 e Aces, per indagare aspetti overt e covert della balbuzie; prove tratte dalla batteria Nepsy, Wisconsin e BRIEF per indagare le FE.

I risultati, in linea con la letteratura scientifica, non registrano cadute specifiche nelle variabili oggetto di studio, ossia nell’inibizione e nella flessibilità attentiva, bensì delle fragilità, che si evidenziano nei profili MIDA B e D. La scelta di prove neuropsicologiche e di un questionario genitoriale ha permesso di esaminare la flessibilità e l’inibizione ottenendo misure sia dirette che indirette. Il confronto tra queste due tipi di misure risulta congruente solo per quanto riguarda la flessibilità. L’assenza di un risultato simile per quanto riguarda l’inibizione può essere dovuto alla contenuta gravità del deficit, che attestandosi sempre all’interno di un range di normalità, non è facilmente rilevabile nella conduzione di attività della vita quotidiana, mentre emerge in prove specifiche. Proposte future sono la replicazione della ricerca su un campione più ampio.

Servizi-scuola-famiglia nell’autismo: proposta di intevrento integrato

Autore: Veronica Scordino

Relatore: Professoressa Donatella Tomaiuoli

Correlatore: Maria Pia Ciancaglioni

Università: Logopedia, Facoltà di Medicina e Chirurgia; Università La Sapienza

Anno Accademico: 2017/2018

Il disturbo dello spettro autistico è un disturbo del neurosviluppo caratterizzato da una diade sintomatologica: compromissione dell’area della comunicazione sociale e interazione sociale e presenza di comportamenti, interessi o attività ristretti e ripetitivi, a cui si possono aggiungere la compromissione del linguaggio e la compromissione intellettiva (DSM-5, 2013). La pervasività del disturbo rende necessaria una presa in carico globale del bambino e impone la costituzione di una rete di servizi e di assistenza, che coinvolga non solo il bambino autistico, ma anche tutta la famiglia (Hsiao et al., 2017; Burke, Hodapp, 2014; Falk et al., 2014; Xain e Micheli 2001).

L’obiettivo del presente progetto di tesi è stato quello di analizzare i risultati dell’applicazione di un intervento precoce, globale e multidisciplinare. Dall’analisi dei dati è emerso un miglioramento delle abilità socio-comunicative e motorie e una netta diminuzione dei comportamenti disattivi dei 10 bambini che hanno partecipato al progetto. In particolar modo i bambini hanno ottenuto miglioramenti statisticamente significativi nell’area della comunicazione, della motricità e dei comportamenti ristretti e ripetitivi.

Dato il numero ridotto del campione sperimentale e la mancanza di un gruppo di controllo, tra le proposte future ci si pone l’obiettivo di portare avanti uno studio di efficacia.

 In conclusione, tale studio preliminare ha permesso di raccogliere e analizzare i primi dati di un progetto che, oltre alle terapie riabilitative dirette al paziente, ha coinvolto attivamente anche la famiglia e la scuola, come luoghi fondamentali di crescita del bambino e di implementazione e arricchimento del progetto terapeutico. Questo ha permesso la creazione di una salda rete tra i servizi coinvolti nella gestione del disturbo dello spettro autistico e una presa in carico globale del paziente, consentendo un notevole miglioramento del livello di sviluppo e di funzionamento del bambino, nonché dell’aspetto sintomatologico del disturbo.      

PDMS-2 e Movement ABC-2: scale a confronto e applicazione nella pratica clinica

Autore: Alessia Spagnoli

Relatore: Prof.ssa Maria Teresa Giannini

Correlatore: Dott.ssa Michela Battisti

Università: Università di Roma La Sapienza

Anno Accademico: 2017/2018

Le difficoltà motorie in età evolutiva possono presentarsi con diversi gradi di severità e sono spesso associate a disturbi del neurosviluppo o ad altre condizioni patologiche, manifestandosi molto comunemente sotto forma di impaccio motorio. È, quindi, essenziale poter contare su strumenti strutturati e standardizzati in grado di condurre un’attenta valutazione delle competenze motorie del bambino e in grado di rilevare precocemente eventuali difficoltà di movimento.

L’obiettivo dello studio è quello di svolgere un confronto approfondito fra la batteria Movement ABC-2 (Movement Assessment Battery for Children – Second Edition), uno degli strumenti diagnostici più utilizzati per la valutazione delle difficoltà motorie, e le scale PDMS-2 (Peabody Developmental Motor Scales – Second Edition), più recenti e ancora poco utilizzate nella pratica clinica.

Il campione di studio è costituito da 3 pazienti di età compresa tra i 4 e i 5 anni, giunti presso il nostro centro rispettivamente con diagnosi di Ritardo Psicomotorio, Ipoacusia Infantile e Disturbo della Coordinazione Motoria.

Studio dei processi di lettura in soggetti con balbuzie e dislessia

Autore: Veronica Petrone

Relatore: Prof. Eleonora Pasqua

Università: Università di Roma Sapienza

Anno Accademico: 2016/2017

Alcuni studi hanno esplorato le abilità di lettura negli adulti e nei bambini che balbettano verificando che la velocità di lettura è spesso influenzata dalla presenza di disfluenze. Ciò rende inaffidabili i risultati dei test diagnostici per la dislessia somministrati ai soggetti che balbettano, di conseguenza, la balbuzie potrebbe creare problemi nell’identificare le condizioni in cui esiste un’alterazione nel processo di decodifica.

Tale progetto di studio si pone gli obiettivi di:

  • indagare la qualità della lettura nei soggetti con comorbidità tra balbuzie e dislessia, con particolare riguardo alle possibili modificazioni delle disfluenze durante la lettura;

  • definire strumenti di valutazione più idonei per la rilevazione dei parametri di lettura nei soggetti con balbuzie;

  • rilevare possibili indicatori clinici di una difficoltà specifica di lettura nei bambini con balbuzie in età scolare.

Il campione selezionato comprende 32 bambini dai 9,2 agli 11,3 anni d’età che hanno seguito un trattamento di riabilitazione per balbuzie o dislessia.

Disturbo specifico di lettura e componente lessicale: studio sugli effetti del training lessicale nella dislessia evolutiva

Autore: Claudia D’Amato

Relatore: Prof. Eleonora Pasqua

Università: Università di Roma Sapienza

Anno Accademico: 2016/2017

Numerose ricerche sostengono come il disturbo di lettura sia dovuto a un rallentamento o arresto della via lessicale, l’unica via che può dare al bambino la possibilità di sviluppare un adeguato lessico ortografico, inteso come il vocabolario visivo delle parole che permette una lettura globale degli stimoli, favorendo, in questo modo, una decodifica più fluente e un accesso diretto al significato di quanto letto.

Il trattamento lessicale è un programma di intervento volto al potenziamento dell’abilità di lettura basata sul lessico, ponendo particolare attenzione alla selezione e alla progressione del materiale linguistico da sottoporre al bambino.

La presente sperimentazione propone a un gruppo di 15 soggetti dislessici, di età compresa tra gli 8,7 e gli 11,3 anni un training lessicale in modalità tachistoscopica, con stimoli tarati su base psicolinguistica, e di studiarne gli effetti rispetto ai diversi profili funzionali presi in considerazione.

Dislessia ed Alta Leggibilità: Studio sugli effetti del font nella codifica del testo scritto

Autore: Carmen Ferraiuolo

Relatore: Prof. Eleonora Pasqua

Università: Università di Roma Sapienza

Anno Accademico: 2016/2017

secondo alcuni studi, poiché la lettura prevede la decodifica fonologica di una stringa di simboli visivi arbitrari, la Dislessia Evolutiva potrebbe essere causata oltre che da fattori di natura uditiva-fonologica anche da fattori visuo-percettivi. Le alterazioni oculo-motori dei dislessici durante la lettura sono: maggior numero e durata delle fissazioni; maggior numero di saccadi forward, ma con minore ampiezza; aumento del numero di saccadi backward e riscontro del cosiddetto “effetto crowding” che causa visione confusa e riconoscimento distorto delle lettere o dei simboli. Atri studi sostengono che i processi cognitivi implicati nella lettura si differenziano in base a strutture di complessità diversa, a partire proprio dalle caratteristiche grafiche di cui è costituita una lettera; per cui gli studi attuali sembrano confermare la possibilità di poter migliorare in termini di accuratezza e rapidità, il processo di lettura nei dislessici, intervenendo su specifici parametri quali la spaziatura, forma e dimensione delle lettere.

La presente ricerca sperimentale studia gli effetti dell’alta leggibilità nei processi di decodifica della lettura e in particolare per indagare la correlazione tra le caratteristiche del font Bianconero e i processi di decodifica nei soggetti dislessici. Lo studio è stato condotto su un campione complessivo di 20 bambini con diagnosi di Dislessia Evolutiva di età compresa tra gli 8 e i 12 anni.

La balbuzie ai giorni nostri: un’app per favorire il processo di generalizzazione

Autore: Simona Mastidoro

Relatore: Prof. Donatella Tomaiuoli

Università: Università di Roma Tor Vergata

Anno Accademico: 2016/2017

Un aspetto complesso della terapia sulla balbuzie è aiutare il paziente a generalizzare le strategie apprese in terapia nella vita di tutti i giorni, quando è noto che la generalizzazione determina il successo terapeutico. Sono infatti diverse le difficoltà insite nel processo di generalizzazione, l’età (della preadolescenza, dell’adolescenza, e adulta) e la severità del disturbo (degli aspetti covert) in particolar modo.

Obiettivo della presente tesi è Individuare uno strumento che possa favorire il processo di generalizzazione delle strategie apprese nel contesto clinico, così da promuovere l’autonomia della persona nella vita quotidiana e, dunque anche, l’efficacia del trattamento. Il campione analizzato prevede 110 soggetti che balbettano, maschi (64%) e femmine (36%), di età compresa tra i 9 e i 19 anni.

L’opinione dei genitori italiani sulla balbuzie: ASE come nuovo strumento di indagine

Autore: Floriana Pignone 

Relatore: Prof. Donatella Tomaiuoli

Università: Università di Roma Sapienza

Anno Accademico: 2016/2017

secondo vari studi l’attitudine negativa e lo stile comunicativo dei genitori possono influire sull’evoluzione del disturbo balbuzie nel figlio.

L’obiettivo della presente tesi è quello di testare una versione italiana di un questionario di auto valutazione come l’ “Appraisal of the Stuttering Environment” (ASE) e valutare la validità e l’affidabilità di questo questionario in Italia in modo tale da mettere a disposizione dei professionisti italiani un nuovo strumento per rilevare l’opinione dei genitori sulla balbuzie dei figli. Il campione studiato comprende 54 genitori con figli che balbettano, per il 79% residenti a Roma e lavoratori per il 77%.

Public speaking e balbuzie: come migliorare l’efficacia comunicativa in un gruppo di soggetti adolescenti attraverso la realizzazione di un talk show

Autore: Ilaria Marinelli

Relatore: Prof. Donatella Tomaiuoli

Università: Università di Roma Sapienza

Anno Accademico: 2016/2017

Secondo diversi studi la balbuzie può inibire ed ostacolare il successo scolastico dei soggetti che ne sono affetti, soprattutto nelle interrogazioni orali, nei lavori di gruppo e nella lettura ad alta voce. È noto inoltre come la balbuzie possa inibire ed ostacolare il successo scolastico dei soggetti che ne sono affetti, soprattutto nelle interrogazioni orali, nei lavori di gruppo e nella lettura ad alta voce.

L’obiettivo della seguente tesi è quello di verificare come un training sul public speaking e un potenziamento delle abilità comunicative migliorerebbero sia lo stereotipo sulla persona che balbetta nell’ ascoltatore sia la qualità delle interazioni sociali per i soggetti balbuzienti. In particolar modo lo studio indaga l’efficacia del trattamento con public speaking sulla gestione delle situazioni di verbalizzazione caratterizzate da pressione temporale.

L’indagine ha coinvolto un campione sperimentale e un campione di controllo contenenti entrambi 8 soggetti balbuzienti in un età compresa tra i 15 e i 21 anni.

Autonomie di base e Disturbo della Cooridnazione Motoria: interventi neuropsicomotori a confronto

Autore: Camilla Pampana

Relatore: Prof.ssa Stefania Cortese

Correlatore: Dott.ssa Valentina Grassi

Università: Università di Roma La Sapienza

Anno Accademico: 2016/2017

Le ricerche internazionali degli ultimi anni hanno puntato i riflettori sull’incidenza delle competenze motorie nello sviluppo delle autonomie personali in età evolutiva, in particolare nei bambini con Disturbo della Coordinazione Motoria. In Italia i pochi studi di settore hanno contribuito ad ampliare il bagaglio testologico fino all’età prescolare , mentre poca attenzione è rivolta alle fasce d’età successive.

Il lavoro di tesi si propone un duplice obiettivo: stilare un profilo delle competenze prassiche strettamente legate alle autonomie quotidiane ed osservare l’efficacia di due diverse proposte d’intervento neuropsicomotorio, uno rivolto all’apprendimento di compiti domino-specifici, l’altro rivolto all’abilitazione delle competenze trasversali necessarie al raggiungimento delle abilità motorio-prassiche.

Il campione è costituito da 4 bambini di età compresa tra 5 e 8 anni con diagnosi di Disturbo della Coordinazione Motoria, suddivisi in un gruppo sperimentale e in uno di controllo di 2 bambini ciascuno.

Promuovere l’incremento della lunghezza media dell’enunciato nel trattamento della balbuzie: il doppiaggio di un telefilm come strumento riabilitativo per il preadolescente che balbetta

Autore: Francesca Bianchi

Relatore: Prof. Donatella Tomaiuoli

Università: Università di Roma Sapienza

Anno Accademico: 2015/2016

Secondo vari studi le persone che balbettano producono enunciati più brevi (meno sillabe in un dato arco temporale). Ne consegue la necessità di trovare un training specifico per incrementare la lunghezza media dell’enunciato nel soggetti che balbettano.

L’efficacia del doppiaggio come strumento terapeutico è stata già dimostrata su campioni di bambini e adulti balbuzienti. Esso richiede al paziente di rispettare i tempi di attacco verbale e di parlare sincronizzato con le labbra dell’attore sullo schermo, si è rilevato quindi un valido ausilio per condurre il paziente disfluente all’acquisizione di strategie di management degli aspetti temporali che contraddistinguono gli scambi comunicativi

L’obiettivo della presente tesi è quello di verificare l’efficacia di uno strumento come il doppiaggio nel promuovere l’aumento del numero di sillabe prodotte in un dato tempo in un campione di soggetti balbuzienti preadolescenti.

L’indagine è stata prodotta su un campione di 10 preadolescenti (9 maschi e una femmina) dai 7 ai 13 anni.

La comorbidità tra balbuzie e deglutizione deviata: epidemiologia e riflessioni cliniche

Autore: Roberta D’Alessio

Relatore: Prof. Giovanni Ruoppolo

Università: Università di Roma Sapienza

Anno Accademico: 2015/2016

La Balbuzie presenta un’elevata comorbidità con numerose patologie dello sviluppo in età evolutiva; la maggior parte degli studi hanno, tuttavia, indagato soprattutto il legame tra Balbuzie e Linguaggio.

L’obiettivo di questa tesi è quello di studiare la comorbidità tra balbuzie e deglutizione deviata al fine di:

  • indagare la percentuale di comorbidità tra deglutizione deviata e balbuzie;

  • rilevare possibili indicatori clinici di una deglutizione deviata nei bambini con balbuzie.

L’indagine si è svolta su un campione di 11 soggetti (5 femmine e 6 maschi) balbuzienti dai 6 ai 9 anni che presentavano tutte le possibilità qualitative di balbuzie: 3 con b. da ripetizioni; 4 con b. da blocchi; 4 con b. mista.

Il laboratorio di gioco – training sull’efficacia del gioco voila’ in un gruppo di bambini prescolari che balbettano

Autore: Sara Santangelo

Relatore: Prof. Donatella Tomaiuoli

Università: Università di Roma Tor Vergata

Anno Accademico: 2015/2016

In età evolutiva è opportuno prestare attenzione, non solo alla modificazione diretta degli aspetti sintomatologici del disturbo, ma anche alle più generali abilità comunicative del paziente e agli atteggiamenti messi in atto dal bambino stesso. Perciò è opportuno non solo intervenire sul bambino ma anche sulle modalità di interazione che esso instaura con il contesto familiare, ambientale e scolastico nel quale è quotidianamente inserito. Le difficoltà che spesso si incontrano in un bambino balbuziente in età prescolare spesso riguardano l’attitudine comunicativa e il vissuto connesso alla sintomatologia disfluente.

Con questi presupposti è stato elaborato negli anni un programma di intervento indiretto (rispetto alla fluenza verbale), integrato, multidisciplinare e multidimensionale dal gruppo di ricerca del CRC Balbuzie di Roma.

L’obiettivo primario del programma “Play!” è quello di fornire ai bambini balbuzienti, di età compresa fra i 3 e i 6 anni, la possibilità di vivere un’esperienza comunicativa all’interno di un clima sereno e divertente in cui possano esprimere le proprie esigenze ed emozioni in totale libertà. Tale esperienza fornisce al bambino un modello efficace per riuscire a far fronte ai momenti di disagio connessi alla balbuzie utilizzandolo successivamente anche nel rapporto con gli altri. Gli strumenti terapeutici principali utilizzati sono la favola e il gioco i quali consentono al bambino di fare esperienza di comportamenti e di comunicazione assertiva. Il logopedista propone alcuni esercizi che consentano di lavorare sui tratti orali della comunicazione, sulla concordanza tra i vari registri, sugli elementi non verbali della comunicazione e, infine, sugli elementi che rafforzano la relazione comunicativa. Il trattamento logopedico viene integrato con attività neuropsicomotorie per la corretta gestione della respirazione; l’acquisizione di una maggiore consapevolezza corporea; il miglioramento della percezione dello schema corporeo; il miglioramento del senso del ritmo finalizzate all’aumento dell’integrazione spazio-temporale; il riconoscimento delle proprie emozioni e la comprensione di quelle altrui; l’acquisizione di competenze non verbali. In seguito sono previsti degli incontri di counseling genitoriale con i singoli genitori dei bambini balbuzienti, al fine di sostenere la famiglia nell’interazione con il figlio e la sua balbuzie.

Disturbo dello spettro autistico, difficoltà di coordinazione motoria e autonomie personali nel trattamento neuro e psicomotorio

Autore: Angela Calò

Relatore: Prof.ssa Stefania Cortese

Correlatore: Valeria Zili

Università: Università di Roma La Sapienza

Anno Accademico: 2015/2016

Negli ultimi anni, la ricerca si è interessata allo studio degli aspetti prassici e delle abilità di autonomia personale, come elementi fondamentali per lo sviluppo dell’individuo e per il suo adattamento efficace alla vita sociale. Nell’autismo il raggiungimento della capacità di essere autonomi risulta difficoltoso. Si evidenzia una compromissione degli aspetti di coordinazione motoria, di pianificazione e di organizzazione delle attività finalizzate al raggiungimento di uno scopo (prassie), oltre che deficit a livello imitativo, comunicativo, cognitivo e sociale. Tali fragilità rendono difficoltoso il raggiungimento di un buon livello di autonomia personale.

Il lavoro di tesi ha l’obiettivo di evidenziare la correlazione fra un intervento precoce sulle abilità motorio-prassiche, all’interno di un percorso di terapia psicomotoria, e il miglioramento di tali competenze e di quelle legate alle autonomie personali. L’indagine ha previsto un gruppo sperimentale di 3 soggetti di 4 anni con diagnosi di Disturbo dello Spettro Autistico e basso funzionamento cognitivo.

APCM e Disturbi del Neurosviluppo: l’utilizzo del protocollo per la formulazione del piano d’intervento neuropsicomotorio

Autore: Chiara Montarani

Relatore: Prof.ssa Stefania Cortese

Correlatore: Dott.ssa Alessandra Gabrielli

Università: Università di Roma La Sapienza

Anno Accademico: 2015/2016

Sono numerosi gli studi che riportano la frequente correlazione fra Disturbi del Neurosviluppo e difficoltà nell’area motoria. È sempre più oggetto di discussione come non sia necessaria solo una diagnosi precoce che inquadri la patologia del bambino, ma anche la formulazione di un piano d’intervento personalizzato, affinché si possa favorire un miglioramento della qualità della vita dei pazienti.

L’obiettivo della tesi è l’osservazione dell’efficacia dell’utilizzo di test strutturati e standardizzati per la pianificazione di programmi d’intervento tempestivi ed altamente individualizzati , in soggetti con Disturbi del Neurosviluppo, che abbiano difficoltà di coordinazione motoria.

Il lavoro si è proposto di testare l’utilizzo del Protocollo per la valutazione delle abilità prassiche e della coordinazione motoria APCM per inquadrare le specifiche criticità nell’area senso-percettivo-motoria e, successivamente, per formulare un piano d’intervento individualizzato.

L’indagine ha previsto un campione di 4 bambini con età compresa fra i 3 e 4 anni e con diagnosi d’attesa di Ritardo Psicomotorio, sospetta Disabilità Intellettiva e/o Disturbo dello Spettro Autistico, e con difficoltà di coordinazione motoria. I soggetti sono stati ripartiti in un gruppo sperimentale ed uno di controllo.

Feuerstein e musicoterapia Benenzon: strumenti a confronto per l’espressività emotiva nei bambini con Disabilità Intellettiva Lieve

Autore: Federica De Angelis

Relatore: Prof.ssa Stefania Cortese

Correlatore: Dott.re Mario Di Trani

Università: Università di Roma La Sapienza

Anno Accademico: 2015/2016

La disabilità intellettiva è un disturbo che include deficit intellettivi ed adattivi negli ambiti della concettualizzazione, della socializzazione e delle capacità pratiche. Le difficoltà comunicative e cognitive di questi pazienti hanno una ripercussione anche sull’area affettiva e relazionale. È per questo che il trattamento non dovrebbe prendere in considerazione solo il funzionamento intellettivo, ma anche una serie di altri aspetti, come i problemi emotivi, le caratteristiche della personalità e la capacità di riconoscere ed esprimere le emozioni. La musicoterapia può, infatti, svolgere un ruolo significativo nel raggiungimento degli obiettivi della riabilitazione psicosociale, fra cui il miglioramento del livello di funzionamento sociale e interpersonale e l’acquisizione progressiva di autonomia.

Lo studio si pone come obiettivo il confronto fra due metodiche: il Programma di Arricchimento Strumentale R. Feuerstein e la Musicoterapia Attiva modello Benenzon. L’idea nasce dalla convinzione che che l’esperienza musico-corporo-sonora del metodo Benenzon sia occasione di grande apprendimento per il bambino con Disabilità Intellettiva e che, in un’ottica futura, un intervento che preveda la combinazione delle due metodiche possa portare a risultati ancora migliori.

Il campione è costituito da 8 bambini di età compresa fra i 6 e gli 8 anni con diagnosi di Disabilità Intellettiva Lieve, suddivisi in un gruppo sperimentale ed uno di controllo di 4 pazienti ciascuno.

La rappresentazione mentale come guida al movimento: intervento specifico su scritture disgrafiche

Autore: Roberta Di Nunzio

Relatore: Prof.ssa Maria Teresa Giannini

Correlatore: Dott.ssa Michela Battisti

Università: Università di Roma La Sapienza

Anno Accademico: 2015/2016

La scrittura è un’abilità complessa che richiede numerose competenze preliminari. I disturbi di scrittura manuale potrebbero derivare da problematiche rilevabili in aree diverse: difficoltà nella pianificazione e programmazione motoria, nelle abilità visuo-percettive, visuo-spaziali, propriocettive e cinestetiche, nelle competenze finemotorie e di integrazione visuo-motoria. Dopo un attento studio dei diversi approcci metodologici già esistenti, abbiamo ipotizzato che fosse indispensabile un lavoro preliminare sulla memorizzazione della forma allografica e del movimento che ne è associato.

L’obiettivo dello studio è il confronto fra un trattamento riabilitativo, da noi ideato, che mira a sviluppare la rappresentazione mentale come guida al movimento, con il modello aperto de “Il corsivo dalla A alla Z”. I risultati mettono in luce l’importanza di una stimolazione propriocettiva, all’interno di un progetto riabilitativo integrato per il recupero delle difficoltà grafomotorie.

Il campione coinvolto nello studio è costituito da 4 bambini con diagnosi di Disgrafia di età compresa tra i 7 e i 9 anni, suddivisi in un gruppo sperimentale e uno di controllo.

L’efficacia della web radio come terapia arte-mediata nel trattamento della balbuzie

Autore: Luca De Caprio

Relatore: Prof. Donatella Tomaiuoli

Università: Università di Roma Tor Vergata

Anno Accademico: 2014/2015

Diversi studi hanno sottolineato che un trattamento sulla balbuzie risulta efficace se i risultati ottenuti vengono mantenuti nel tempo. La difficoltà di mantenere i risultati sembrerebbe associata a due aspetti: livello di severità del disturbo ed età del paziente al momento della terapia.

Nella fase di mantenimento l’obiettivo primario è quello di favorire nel soggetto l’uso autonomo delle strategie e delle tecniche apprese. Lo studio ha avuto l’obiettivo di verificare gli effetti di un’integrazione fra la fase del mantenimento e un’esperienza arte-mediata di conduzione radiofonica, la quale permette: di esercitare le abilità comunicative, soprattutto il canale verbale; di esercitarsi sull’attacco verbale dovendo rispettare l’INTRO; di stimolare l’esposizione personale, la gestione della pressione temporale e il problem solving.

L’indagine ha previsto un gruppo sperimentale di 10 soggetti dai 15 ai 19 anni ad alta severità del disturbo, confrontati con un gruppo di controllo.

La comunicazione efficace nei bambini che balbettano: conduzione di un TG per diventare Anchorman

Autore: Ilaria Luongo

Relatore: Prof. Donatella Tomaiuoli

Università: Università di Roma Sapienza

Anno Accademico: 2014/2015

Numerose ricerche dimostrano come la comunicazione sia compromessa nei soggetti balbuzienti e come la messa in atto di comportamenti da parte della persona che balbetta può compromettere lo scambio verbale con l’interlocutore.

L’obiettivo della presente tesi è verificare l’efficacia che un percorso logopedico, integrato con un training specifico sulla comunicazione efficace, può avere sulla balbuzie.

Il training scelto si basa sul telegiornale per la possibilità che dà al soggetto di sperimentare il ruolo di un Anchorman, il quale deve avere la capacità di lanciare la notizia giornalistica in un tempo molto ristretto (utilizzando le tecniche e le strategie apprese in terapia ma in un contesto caratterizzato da una forte pressione temporale).

L’indagine si è avvalsa di un campione di 6 bambini balbuzienti (3 maschi e 3 femmine) di età compresa fra i 7 e i 9 anni.

Disturbo della coordinazione motoria e disegno: un training sperimentale di consapevolezza corporea per il potenziamento delle abilità grafomotorie

Autore: Chiara Bellini

Relatore: Prof.ssa Stefania Cortese

Correlatore: Dott.ssa Serena Tedeschi

Anno Accademico: 2014/2015

Università: Sapienza Università di Roma

Nei bambini in età prescolare che presentano un ritardo complessivo dello sviluppo psicomotorio, e successivamente un Disturbo dello Sviluppo della Coordinazione Motoria, è spesso possibile individuare un’immaturità delle abilità grafico-rappresentative.

Partendo dalle basi di numerosi studi scientifici, il lavoro si propone di confermare la stretta relazione che intercorre tra esperienza corporea e abilità grafico-rappresentative, osservando la variazione indiretta dello sviluppo di quest’ultime a seguito di un intervento basato sull’esperienza, la consapevolezza e la coordinazione corporea, dapprima nello spazio circostante e poi nello spazio grafico.

In particolare, dal confronto dei risultati raggiunti da due campioni clinici, di cui uno (Gruppo Sperimentale) sottoposto ad un protocollo esperienziale di esercizi graduali corporei che arrivassero a lavorare indirettamente sulle abilità grafico-rappresentative, il lavoro ha confermato la presenza di una variazione del profilo pre e post trattamento.

Visione e Disgrafia: il ruolo di un training visivo in scritture disgrafiche

Autore: Marta Di Tella

Relatore: Prof.ssa Stefania Cortese

Correlatore: Dott.ssa Michela Battisti

Università: Università di Roma La Sapienza

Anno Accademico: 2014/2015

Diversi studi hanno dimostrato che bambini con difficoltà specifiche di apprendimento sono più propensi a sviluppare anomalie della funzione visiva rispetto ai loro coetanei e che la funzione visiva riveste un ruolo di primaria importanza nei Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA). Nello specifico è importante sottolineare come anche la scrittura necessiti di un continuo feedbak visivo, che è possibile solo grazie a funzioni visuo-percettivo-motorie adeguate. Lo studio ha l’obiettivo di analizzare se e quanto un intervento neuro e psicomotorio di riabilitazione della scrittura in soggetti disgrafici che presentano difficoltà nelle funzioni visuo percettivo motorie, possa dare maggiori risultati se integrato con un visual training mirato. Ci siamo inoltre posti l’obiettivo di fornire agli esperti del settore alcuni spunti di riflessione circa la necessità di considerare sempre di più, nell’iter valutativo e riabilitativo delle difficoltà di scrittura, le funzioni visuo-percettivo-motorie. L’indagine ha previsto un gruppo sperimentale di 3 soggetti (maschi) di età compresa fra i 9 e i 10 anni, confrontati con un gruppo di controllo.

Il disturbo dello sviluppo della coordinazione motoria e le arti circensi: uno studio sperimentale

Autore: Alice Comelli

Relatore: Prof.ssa Stefania Cortese

Correlatore: Dott.ssa Valentina Grassi

Università: Università di Roma La Sapienza

Anno Accademico: 2014/2015

Un percorso ludico circense si basa sulla fiducia e sulla cooperazione tra allievo ed educatore. Forte è il legame fra il circo e l’autonomia, la libertà, la creatività, la cooperazione e l’autostima, principi fondamentali per lo sviluppo fisico, emotivo e sociale della persona. La forte predisposizione di queste discipline per l’applicazione educativa è la base dei numerosi esempi di integrazione tra le arti circensi e il mondo riabilitativo-terapeutico.

L’obiettivo del lavoro di tesi è quello di indagare le possibilità di interconnessione tra la clinica e le arti circensi, introducendo strumenti e metodi appartenenti al mondo ludico del circo, come equilibrismo, giocoleria, acrobatica a terra e clownerie, all’interno di un setting neuro-psicomotorio. Lo studio sperimentale si propone di indagare la presenza di miglioramento nel profilo motorio in bambini con Disturbo dello Sviluppo della Coordinazione coinvolti in un laboratorio di neuropsicomotricità integrata alle arti circensi.

L’indagine ha previsto un campione di 14 soggetti con diagnosi di Disturbo dello Sviluppo della Coordinazione Motoria di età compresa fra i 6 e i 10 anni, suddivisi in un gruppo sperimentale e uno di controllo di 7 pazienti ciascuno. Il confronto ha individuato negli appartenenti al primo gruppo una variazione positiva delle prestazioni motorie, degli aspetti grafico-rappresentativi e del piacere motorio, con incremento della motivazione e propositività nei confronti dell’attività motoria.

Emozioni e comprensione sociale nell’autismo. Un training sperimentale di potenziamento attraverso l’uso del metodo Feuerstein

Autore: Giuliana Geusa

Relatore: Prof.ssa Stefania Cortese

Correlatore: Dott.ssa Teresa Cocucci

Università: Università di Roma La Sapienza

Anno Accademico: 2014/2015

Nelle persone con Disturbo dello Spettro Autistico si riscontra la mancanza d’attenzione implicita a stimoli socialmente rilevanti, quali ad esempio volti e voci umane, e difficoltà nella comprensione ed espressione delle emozioni. Il training sperimentale si è riproposto di verificare se l’utilizzo di due strumenti del programma Feuerstein: Identificare le emozioni e Dall’empatia all’azione potesse sostenere il potenziamento delle abilità di rispecchiamento empatico e di comprensione sociale in bambini con diagnosi di Disturbo dello Spettro Autistico, attraverso un training strutturato di 3 mesi.

Il confronto dei risultati raggiunti dai bambini del Gruppo Sperimentale e del Gruppo di Controllo ha permesso non solo di individuare la presenza di un cambiamento nei profili dei bambini sottoposti a training, ma di individuare punti di forza e debolezza dello Strumento Feuerstein nel potenziamento delle abilità cognitive in pazienti con Disturbo dello Spettro Autistico.

0
    0
    Carrello
    il tuo carrello è vuoto