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Chi semina, raccoglie: l’ortoterapia nel trattamento dei bambini con Disturbi del Neurosviluppo

Al CRC – Centro Ricerca e Cura siamo da sempre convinti che il lavoro clinico debba andare oltre la terapia tradizionale, per questo motivo i nostri professionisti altamente specializzati studiano e sperimentano costantemente metodologie e strumenti innovativi per la riabilitazione: il progetto più recente riguarda l’ortoterapia.

Negli anni, abbiamo affiancato alla terapia effettuata presso la struttura, attività più ecologiche e progetti educativi di più ampio respiro, proponendo contesti motivanti, anche non convenzionali, in cui potersi sperimentare e attraverso cui valorizzare i propri punti di forza.

Il progetto Ort9 nasce dalla volontà di applicare i principi dell’ortoterapia nel trattamento dei disturbi del neurosviluppo infantile, integrando aspetti psicomotori, cognitivi, emotivi e comportamentali.

Cos’è l’ortoterapia?

Con il termine ortoterapia si intende quel processo terapeutico e riabilitativo che utilizza il contatto con la terra e la natura per raggiungere un maggior grado di autonomia, migliorare lo stato di salute, la qualità della vita e il benessere psicologico, sociale e fisico della persona.

L’orto offre la possibilità di agire su ciò che ci circonda e insieme di poter essere motori di cambiamenti e trasformazioni. La natura ci insegna la ciclicità delle stagioni, la caduta delle foglie, il rallentamento della vitalità durante l’inverno e la sua rinascita con lo schiudersi dei germogli a primavera. Apprendiamo il valore del sole ma anche quello dell’ombra, il coesistere di elementi fragili ed elementi robusti e osserviamo la trasformazione continua.

Nei giardini terapeutici si trova o si ritrova la fiducia nelle proprie capacità di far vivere, crescere e curare un essere vivente. Si sviluppa un metodo di lavoro, che consente di osservare e confrontarsi con i ritmi dell’attesa, con le conquiste ed i risultati rappresentati dalla crescita della pianta. Fornisce dunque nuove motivazioni e nuovi stimoli.

Gli obiettivi dell’ortoterapia nel trattamento riabilitativo

L’ortoterapia si svolge prevalentemente all’aria aperta, è un’attività che nelle varie fasi coinvolge diversi aspetti della persona: dai canali sensoriali alle capacità motorie, dalle abilità legate alla pianificazione ai preziosi aspetti legati all’autostima e alla condivisione dei risultati con il proprio gruppo di lavoro.

I vantaggi apportati dall’ortoterapia sono quindi sperimentati attraverso le attività nel verde, la coltivazione di piante e ortaggi, la cura delle piante da interno, attività che si basano sulla stimolazione dei sensi e l’esercizio fisico (Staats, 2006) e si ricollegano alle teorie di Kaplan R. e Kaplan S. (1989) e Ulrich R. (1983,1984) che sostenevano l’importanza degli “ambienti rigenerativi”, ambienti cioè in grado di garantire un contatto con la natura e suscitare risposte cognitive ed emotive di tipo rigenerativo, in grado di promuovere il benessere individuale e collettivo.

Le molteplici possibilità offerte da un orto ben si sposano con alcuni obiettivi terapeutici e riabilitativi presenti nella presa in carico di bambini con disturbi del neurosviluppo. In particolare:  

Aspetti psicomotori

  • Sviluppo della motricità fine e della coordinazione (seminare, scavare, allacciare, annodare, riempire, travasare, costruire, sono tutte attività a contatto con la natura che stimolano il movimento favorendo la coordinazione oculo-manuale e la sperimentazione costante di diverse competenze motorie);
  • Stimolazione sensoriale costante mediante il contatto con la terra, la sabbia, l’acqua, le piante e tutti i diversi materiali utilizzati;
  • Miglioramento delle competenze prassiche attraverso la gestione autonoma di piccoli compiti e mansioni in cui i bambini possono sperimentarsi in modo diretto e attivo e di partecipare a una varietà di attività quotidiane in modo più efficace.
capacità cognitive
  • Sperimentazione dell’attenzione selettiva sostenuta
  • Stimolazione delle abilità di problem-solving, capacità di pianificazione e monitoraggio, gestione progressivamente più autonoma di tempi e spazi di lavoro
  • Acquisizione di competenze specifiche relative al regno vegetale, alla conoscenza delle caratteristiche delle piante e del loro ciclo biologico
  • Potenziamento di abilità connesse agli apprendimenti (aspetti legati alla lettura, scrittura, comprensione del testo, mappe concettuali, brani specifici e trascrizione su materiali diversi).
  • Stimolazione di abilità visuopercettive e visuospaziali, attraverso attività di ricerca visiva.
aspetti emotivi
  • Riconoscimento delle emozioni
  • Gestione della frustrazione attraverso esperienze di insuccesso;
  • Aumento della percezione di sé stessi e dell’autostima attraverso l’incremento del senso di autoefficacia.
abilità comportamentali/sociali
  • Stimolazione alla tolleranza, al rispetto delle regole e dell’ambiente
  • Spinta verso una maggiore socializzazione, comunicazione e scambio sia con gli adulti che con i pari, verso il lavoro di squadra, la condivisione e la cooperazione.
  • Aumento delle occasioni di sperimentazione dell’autonomia;
  • Miglioramento dell’integrazione sensoriale (la sistemazione dell’orto stimola l’olfatto, la vista, il tatto e l’udito e incrementano capacità e competenze diverse);
  • Maggiore consapevolezza di tematiche ambientali legate alla salvaguardia del pianeta quali la gestione dell’acqua e delle risorse, della biodiversità.

L’ortoterapia appare quindi un valido contributo nei percorsi orientati verso una maggiore autonomia dell’individuo e verso la sperimentazione attiva delle proprie capacità in un contesto ricreativo.

Il CRC e il progetto Ort9

A marzo di quest’anno, grazie al sostegno e alla dedizione del la direzione del CRC, è nato il progetto Ort9 che ha coinvolto più di 20 operatori nella realizzazione di attività ortoterapeutiche in linea con gli obiettivi del parallelo percorso riabilitativo.

Il progetto è rivolto ai bambini del centro selezionati dalle equipe multispecialistiche in funzione delle proprie competenze con l’obiettivo di sperimentarsi in contesti pratici e concreti. Gli spazi sono preposti e opportunamente adibiti allo svolgimento delle specifiche attività, per questo l’organizzazione clinica e pratica prevede una fase indoor e una fase outdoor.

Attività indoor

Come ci racconta la Dottoressa Michela Battisti, Terapista della Neuro e psicomotricità dell’età evolutiva, che partecipa al progetto di ortoterapia:

Oltre alle attività da svolgere all’aperto, possiamo utilizzare la natura e le mille proposte ad essa connesse per coinvolgere i nostri  bambini in attività specifiche e motivanti, tarate sulle loro caratteristiche peculiari, in accordo con gli obiettivi terapeutici prefissati. Prima di sperimentarci in campo aperto, con ogni bambino coinvolto nel progetto è stata attivata una fase di sensibilizzazione e preparazione alle attività che sarebbero state poi organizzate nel nostro orto.“.

Tutti gli operatori coinvolti hanno sostenuto i bambini dando loro una cornice di riferimento utile per sensibilizzarli all’importanza del regno vegetale, ai cicli vitali e alle tematiche ambientali più rilevanti dando a ciascun bambino delle informazioni specifiche, raccontando storie che potessero avere come tema la natura, il susseguirsi delle stagioni, le caratteristiche tipiche delle piante più diffuse.

Durante questa fase indoor i bambini hanno lavorato sulla programmazione dei tempi e delle varie attività e sulla comprensione del compito. “Cos’è un orto e a cosa serve? Come nascono le piante? Cosa è necessario fare per farle crescere e quali sono i tempi di raccolta?”…queste le domande che hanno guidato le fasi del nostro progetto.

Strategie di coinvolgimento del bambino

Per ogni bambino, in relazione alle sue caratteristiche specifiche e agli obiettivi stabiliti dalle diverse equipe riabilitative, sono state individuate strategie mirate.

Solo per citare alcuni esempi:

  • Alcuni bambini hanno lavorato attraverso sequenze visive che hanno permesso la comprensione del ciclo vitale delle piante. L’utilizzo di brani orali e testi scritti ha permesso ai bambini di lavorare sulla selezione delle informazioni, sui nessi logici, sulla comprensione del testo, sull’ampliamento del vocabolario con termini tecnici specifici e sulla scrittura (per esempio tramite trascrizione di alcune etichette di frutti e ortaggi da apporre nell’orto).
  • Il lavoro indoor ha permesso ai bambini con difficoltà di attenzione e concentrazione di organizzare e pianificare le attività pratiche connesse all’orto in un setting più protettivo e favorente la concentrazione.
  • I bambini con difficoltà prassiche o di motricità fine hanno avuto la possibilità di sperimentarsi in attività a complessità crescente in cui, seduti a tavolino e grazie ad oggetti facilitanti, hanno iniziato a utilizzare schemi via via più complessi (allacciare, tagliare, misurare, annodare, intrecciare, travasare).

Per coinvolgere i bambini e garantire loro un ruolo attivo, sono stati realizzati nelle stanze di terapia tanti diversi semenzai che hanno permesso di toccare con mano ed osservare giorno dopo giorno il miracolo di un seme che nasce!

Utilizzando piccoli contenitori di facile reperibilità, riempiti di ovatta bagnata o terriccio, sono stati messi a dimora alcuni semini. Con il tempo i bambini hanno imparato a prendersi cura delle future piantine, dandogli l’acqua e monitorandone tutte le evoluzioni.

Il lavoro con i fagioli è stato un successo!

Questi semi a crescita rapida ci hanno infatti permesso di monitorare ed apprezzare le quotidiane evoluzioni delle nostre piantine garantendo un coinvolgimento attivo dei bambini! . La crescita rapida di queste piantine, rapidamente diventate piante rampicanti addossate alle nostre finestre, ha nutrito il desiderio dei bambini di andare nell’orto a trapiantarle!

la pianta di fagiolo del CRC
La piantina di fagiolo curata dai bambini del CRC

Una volta pianificato tutto il lavoro da svolgere, piccoli gruppi di bambini curiosi, talvolta accompagnati dalle famiglie, talvolta in autonomia, sono andati finalmente a vedere il nostro orto.

Attività outdoor

L’Ort9 fa parte di un orto sociale, per questo i bambini hanno potuto esplorare e osservare le diverse organizzazioni degli appezzamenti di terra per poi confrontarsi con gli operatori sulla gestione degli spazi. Passeggiando tra i vari orti coltivati, infatti, sono state condotte le prime  attività di percezione e riconoscimento ad esempio delle diverse foglie, dei diversi fiori e dei diversi profumi presenti.

L’incontro con altre persone presenti nel campo ha permesso ai bambini non solo di socializzare ma anche di condividere e scoprire i frutti del raccolto, testarne la consistenza e riconoscerne l’identità.

Dopo una attenta scelta degli attrezzi, pale, palette e rastrelli, ogni bambino, seguito da un genitore o dal terapista, ha preparato il terreno, scavato le buche e travasato le piantine di fagioli. Poi, hanno innaffiato, legato e aggiunto i sostegni laddove le piante avessero già raggiunto una buona verticalità.

Tra le altre attività proposte in questo particolare e motivante contesto, a luglio, è stato indetto un contest per la bandiera dell’orto del CRC. I bambini hanno partecipato con entusiasmo disegnando melanzane, peperoni, fiori e altri elementi legati alla natura, hanno poi presentato le loro bandiere confrontandosi in gruppo e spiegando il perché delle loro scelte. Infine, le hanno portate all’orto dove tra nastrini, scotch e lavoro di squadra sono state issate!

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Il Giornalino del CRC – Ottobre 2023

Diamo il benvenuto ai nostri nuovi redattori e il bentornato a chi è con noi e ci segue da sempre.

Ad inaugurare il primo numero della seconda edizione del CRC News è il mago più amato di tutti i tempi: Harry Potter, la cui storia, raccontata dalla nostra cinefila, Carolina, siamo sicuri vi appassionerà. A seguire l’esperta di moda, Mayla, ci consiglierà i giusti abbinamenti per il capo must have dell’abbigliamento elegante: il vestito fru-fru.

La penna della nostra critica letteraria, Anastasia, questo mese scrive di Vaniglia e Pervinca Periwinkle, le mitiche gemelle di Fairy OakTiger Gimmy, invece, preferisce disegnare. Siete curiosi di scoprire il fumetto di ottobre? Tra le novità di questa edizione: la rubrica delle ricette di Chef Valerio e le recensioni di un vero maratoneta di serie tv, Leonardo, che questo mese ci parlerà di “A tutto Reality“.

Natura o Storia? BioGreta è stata in Abruzzo tra animali e natura mentre Mia, astrologa esperta, ha assegnato ad ogni segno zodiacale la pianta che più gli si addice. Abraham, il nostro storico, invece preferisce scoprire resti di antichità e città sommerse.

Ios, Windows o Android: Brunotech vi porta nel mondo della tecnologia e vi spiega cosa sono i sistemi operativi. Quanto sono importanti le definizioni! Soprattutto per Gabriele, esperto di sport (e discipline!) che ci spiega che: “Il karatè non è uno sport. E’ una disciplina!

Per leggere il numero di Ottobre cliccate qui sotto.

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Il Giornalino del CRC – Giugno 2023

La redazione è lieta di annunciare l’uscita dell’ultimo numero della prima edizione del CRC News!

Protagonisti di questa edizione giganti, farfalle, star del cinema e cantanti e la nostra Repubblica.

Vi siete mai chiesti come chiamereste una libreria tutta vostra? La nostra esperta di libri ha intervistato per noi il suo libraio di fiducia – Enzo Peparini – che le ha svelato i segreti del mestiere e raccontato del suo amore per il mondo della lettura.

Dall’EUR ad Ostia antica, dai parchi avventura, ai concerti, alle mostre in giro per la città, i nostri inviati hanno visitato luoghi e provato nuove esperienze tra cui “Cinecittà si Mostra” passeggiando tra set cinematografici e vestiti di scena, il concerto di Niccolò Fabi tenutosi in un’atmosfera magica tra colonne e resti dell’Antico Teatro Romano di Ostia e il Tour Street Food dove assaggiare prelibatezze dall’Italia e dal Mondo.

E a proposito di mondo questo mese l’esperta d’oroscopo ci consiglia meta e stagione preferita da ogni segno. Tra gli approfondimenti del mese: la stampa 3D, le onomatopee e la storia della Repubblica Italiana, della sua festa e del suo stemma con tante curiosità scovate dalla nostra reporter.

Il nostro esperto di scienza ha imparato a ricavare il colore dagli ortaggi e ha scoperto il ciclo di vita delle farfalle, mentre tra le cronache del nostro temutissimo critico è capitato l’anime “L’attacco dei giganti“.

Per leggere il numero di Giugno cliccate qui sotto.

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Il Giornalino del CRC – Maggio 2023

La redazione del CRC News è lieta di annunciare un nuovo numero!

Ospiti di questa edizione, la scrittrice Roberta Rizzo (in arte Moony Witcher) e l’imprenditrice Elizabeth Reale. Con Moony, abbiamo viaggiato in mondo fantastici, scoperto come scrivere un romanzo e svelato alcune curiosità sulla sua straordinaria carriera. Ringraziamo sentitamente Moony, per il prezioso tempo dedicatoci e per averci concesso di sbirciare nel suo mondo, tanto amato da bambini e ragazzi di tutto il mondo. Passiamo alla volta di Elizabeth Reale, co-fondatrice dell’agenzia Moi Models Mangement, che ci ha spiegato cosa voglia dire fare moda in Italia oggi e che ringraziamo per la sincera disponibilità.

Neanche questo mese i nostri inviati sono rimasti con le mani in mano e hanno visitato per voi le mostre “The World of Banksy” dedicata all’enigmatico artista e il nuovissimo evento “Ipotesi Metaverso”. Di certo, non potevamo perderci l’evento del mese, l’incoronazione di Carlo III, seguita e commentata per voi dalla nostra reporter.

Siamo stati inoltre ospiti di Cinebimbicittà, all’insegna di due laboratori in cui scoprire le ricette più famose nel mondo del cinema e i segreti del green screen. Il nostro esperto di scienza è andato invece alla ricerca di curiosità scientifiche su un alimento diffusissimo sulle nostre tavole: le uova.

Abbiamo il piacere di presentarvi in anteprima il progetto “Stop, finta e tiro” ideato dal dott. Lorenzo Bertucci, la dott.ssa Caterina Dondini e il dott. Emiliano Ridolfi, un modo innovativo e divertente di fare riabilitazione. Sempre all’insegna dello sport, arriva in soccorso la nostra esperta con consigli personalizzati per ogni segno.

Annunciamo infine una nuova rubrica con barzellette ideate e disegnate dalla nostra Eleonora!

Per leggere il numero di Maggio cliccate qui sotto.

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Il Giornalino del CRC – Aprile 2023

Il CRC News torna con un nuovo numero e un ospite d’eccezione molto speciale!

Questa edizione parte all’insegna di gustosi consigli: ad ogni segno il proprio piatto preferito. Il nostro esperto culinario avrà seguito i suggerimenti? Ha provato per noi la Deep Dish di Chicago, riuscendo ad accaparrarsi una delle 35 pizze in edizione limitata.

E dopo una sostanziosa merenda, non c’è niente di meglio di un giro in bicicletta, scoprendone i vantaggi (e qualche curiosità) con degli outfit studiati dalla nostra stylist di fiducia. In alternativa, potete sempre optare per una serata al cinema. Non sapete quale film scegliere? Fatevi guidare dal nostro critico.

Ci addentriamo, poi, nel mondo della cultura con l’artista romano Stefano Bolcato, che ringraziamo per la sua disponibilità. Cosa hanno in comune l’arte e i famosissimi LEGO? Lo ha chiesto per noi la nostra Aurora, che si è cimentata anche in una prova di disegno.

E gli altri reporter, dove saranno andati? Per chi vuole rimanere in città, consigliamo una visita al Museo della Civiltà di Roma o una gita fuori porta alla scoperta del pittoresco borgo di Sant’Angelo, a pochi kilometri dalla Capitale.

Concludiamo con dei preziosi consigli di lettura, un aggiornamento sulle ultime novità tecnologiche e curiosità sulle migliori barzellette da sfoggiare con amici e parenti.

Facciamo i complimenti a tutti i ragazzi, che ogni mese si cimentano in attività sempre nuove ed emozionanti.

Per leggere il numero di Aprile cliccate qui sotto.

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Il Giornalino del CRC – Marzo 2023

La redazione del CRC News è lieta di condividere il numero di marzo!

Tra le pagine di questa edizione, troverete rubriche per tutti i gusti. Partendo da un’accurata selezione degli snack più golosi, passando poi ai preziosi consigli di lettura della nostra esperta e, per perché no, ad un approfondimento di informatica. Con la bella stagione alle porte non poteva mancare un oroscopo un po’ speciale, in cui scoprire la meta più adatta al vostro segno.

Dove saranno andati invece nostri giovani reporter? Solo per voi, hanno visitato la Real Bodies Leonardo’s Anatomy Exhibition, per poi immergersi nella mostra Lego più grande d’Europa. Ma è nel centro di Roma che si nasconde un laboratorio per giovani aspiranti stilisti.

Non sono mancati degli ospiti d’eccezione!

Abbiamo avuto il piacere di intervistare gli attori Riccardo Alemanni, Riccardo D’Alessandro e Andrea Lintozzi, che ci hanno svelato i segreti del piccolo e grande schermo con delle anticipazioni sulla loro prossima avventura teatrale. Infine, siamo stati ospiti all’inaugurazione della mostra “Flesh: Warhol & The Cow” incontrando Regina Schrecker, impreditrice di alta moda e musa ispiratrice di Andy Warhol.

Il CRC News approda anche in tv, partecipando alla diretta del programma Amore Giallorosso di GOLD TV per un viaggio dietro e davanti le telecamere.

Ancora una volta, facciamo i complimenti ai ragazzi, per la loro ineasuribile voglia di mettersi gioco e per la loro professionalità.

Per leggere il numero di Marzo cliccate qui sotto.

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Cura

L’intervento riabilitativo del bambino sordo

“È raro incontrare due bambini uguali” esordisce così la dott.ssa Matilde Maria Marulli, logopedista specializzata nell’intervento riabilitativo del bambino sordo, referente al CRC del Polo Sordità.

Quando si parla di ipoacusia o sordità, infatti, la perdita uditiva e la conseguente compromissione del linguaggio sono solo una parte degli aspetti che caratterizzano un bambino e che indirizzano l’orientamento riabilitativo.

Nell’elaborare un piano di trattamento, infatti, l’equipe multidisciplinare non può prescindere dal considerare la storia clinica del bambino, la sua storia familiare e il contesto sociale di cui fa parte (comunità segnante/udente).

Epidemiologia, definizione e classificazione del disturbo

Secondo i dati più recenti pubblicati dall’OMS nel 2018, oltre il 5% della popolazione mondiale, circa 466 milioni di persone, ha una riduzione dell’udito.
Secondo il report 2018 del Censis in Italia sono 7 milioni le persone con problemi di udito, che corrispondono all’12,1% della popolazione.

Con il termine ipoacusia si definisce il deficit uditivo che può interessare uno o entrambi gli organi deputati alla ricezione (mono/bilaterale) e può essere classificata sulla base di diversi criteri:

  • La sede della lesione
  • L’epoca di insorgenza
  • L’eziologia
  • La gravità del danno percettivo

In base alla sede della lesione, l’ipoacusia può essere centrale o periferica.
Nel primo caso, la soglia uditiva è pressoché nella norma, mentre risultano alterati i meccanismi di elaborazione nervosa ed encefalica del suono.
Nel secondo caso, invece, il danno è localizzato a livello dell’orecchio e, a seconda delle strutture coinvolte, si distingue in: ipoacusia trasmissiva, ipoacusia percettiva o neurosensoriale e ipoacusia di tipo misto.

L’ipoacusia può essere definita poi in base all’epoca di insorgenza (sordità congenite o postnatali), all’eziologia (sordità genetiche o acquisite) e al grado di compromissione degli organi di cui si compone l’apparato di percezione.

Esistono diverse scale di valutazione del grado di sordità in relazione all’entità della perdita uditiva.

Il CRC, in linea con le linee guida BIAP (Bureau International di Audiophonologie), fa riferimento ai seguenti parametri:

  • sordità lieve (con una perdita che va dai 20 ai 40 decibel)
  • sordità media (con una perdita che va dai 41 ai 70 decibel)
  • sordità grave (con una perdita che va dai 71 ai 90 decibel)
  • sordità profonda (con una perdita che è uguale o maggiore di 91 decibel).Misura decibel per intervento riabilitativo del bambino sordo

In relazione al grado di perdita uditiva si possono osservare poi compromissioni di entità differente sul sistema linguistico.

In caso di perdita uditiva lieve, la compromissione del linguaggio sarà irrilevante.
Una perdita moderata o grave, avrà come conseguenza un disturbo di linguaggio di severità proporzionale al grado di perdita uditiva.
Il linguaggio risulterà, invece, assente in caso di sordità profonda.

La proposta del CRC per l’intervento riabilitativo del bambino sordo

L’ intervento terapeutico proposto al CRC sposa il concetto di “presa in carico globale” inteso come il processo integrato e continuativo che garantisce il governo coordinato degli interventi. Questo per favorire la riduzione del disturbo, l’inserimento scolastico, sociale e lavorativo dell’individuo, orientato al più completo sviluppo delle sue potenzialità (Prima Conferenza Nazionale delle Politiche dell’Handicap, 1999).

Pertanto, la presa in carico del paziente con ipoacusia neurosensoriale deve essere precoce e deve prevedere:

  • Un approccio multidisciplinare
  • La collaborazione con le persone e gli istituti che si occupano della salute e dell’educazione del soggetto con ipoacusia (famiglia, insegnanti, scuole, clinici specialisti e pediatri). Ciò ha il fine ultimo di promuovere la formazione di una rete che lavori in modo integrato.

Il trattamento si deve caratterizzare per:

  • specificità: il training deve aver come scopo il miglioramento delle specifiche componenti che risultano deficitarie;
  • sistematicità: il training deve prevedere interventi continuativi e ripetuti. Per verificare gli esiti dell’intervento è consigliabile controllare i risultati dopo circa tre-quattro mesi;
  • efficacia: il trattamento efficace consente di migliorare l’evoluzione del processo più della sua evoluzione naturale attesa. Il trattamento va regolato quindi sulla base dell’effettiva efficacia dimostrabile e va interrotto quando il suo effetto non sposta la prognosi naturale del disturbo.

I metodi di riabilitazione

Nella selezione del metodo di riabilitazione, va tenuto conto di quanto la deprivazione sonora abbia influenzato e influenzi lo sviluppo globale del paziente. Ma anche dell’ambiente sociale in cui il bambino vive (ambiente di udenti/sordi o integrato, famiglia di lingua straniera etc.).

Tre, secondo quest’ottica, sono gli approcci maggiormente utilizzati:

  • Oralismo
  • Metodo bimodale
  • Bilinguismo

Tutti i metodi oralisti condividono l’esclusione, nell’educazione al linguaggio parlato e scritto, di qualsiasi uso dei segni.
Essi puntano da una parte sull’allenamento acustico, per aiutare il sordo a utilizzare al massimo i suoi residui uditivi, dall’altra sul potenziamento della lettura labiale su cui si basa la comunicazione.

Nel metodo misto o bimodale si utilizza l’italiano segnato (IS): la parola vocale è accompagnata dal segno corrispondente, pur lasciando inalterata la struttura della lingua verbale.
‘Bimodale’ significa doppia modalità e infatti nella metodologia bimodale vengono utilizzate la modalità acustico-verbale, poiché si parla, e la modalità visivo-gestuale, perché si segna.
È utilizzata pertò un’unica lingua: l’italiano.

In pratica, quando si parla con il bambino sordo, si dà un supporto gestuale a tutto quello che viene detto. I segni divengono così un supporto che il bambino usa quando non è ancora abbastanza padrone del linguaggio verbale, per poter rispettare le stesse tappe evolutive del bambino udente.

Il bilinguismo prevede, infine, la concomitanza di lingua orale e lingua dei segni italiana (LIS). Al logopedista, sarà necessario affiancare un assistente alla comunicazione che usi con il bambino la LIS.

Una volta selezionato il metodo, viene condiviso con tutta l’equipe, che lo applicherà in funzione degli obiettivi prefissati per le singole aree di intervento.

Un approccio multidisciplinare all’intervento riabilitativo del bambino sordo

L’approccio multidisciplinare è quello che porta maggiori benefici. Ecco perché il bambino viene seguito, nel suo percorso, dal logopedista, dal terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva e – ove ritenuto necessario dal neuropsichiatra infantile – dallo psicologo.

L’intervento sul bambino sordo è spesso supportato dall’introduzione di un percorso che coinvolga, a vari livelli, il nucleo familiare e, principalmente, i genitori (o il caregiver).

Nello specifico, possono essere previsti tre differenti tipologie di intervento:

COUNSELING GENITORIALE

Accompagnamento della coppia genitoriale alla comprensione della diagnosi e all’utilizzo di uno stile educativo adeguato alle esigenze del bambino.

PARENT TRAINING

Intervento psicoeducativo mirato a sostenere i genitori nella gestione degli aspetti comportamentali del bambino.

TERAPIA MEDIATA DAL GENITORE

Intervento che permette ai genitori di interagire in maniera efficace con il bambino, favorendone lo sviluppo delle competenze comunicative e sociali e incidendo di conseguenza sul senso di autoefficacia del genitore.

La teleriabilitazione nell’intervento riabilitativo del bambino sordo

Con l’avvento della pandemia, il CRC si è impegnato a convertire la maggior parte degli interventi in presenza in modalità a distanza. Ancora oggi, che la situazione è quasi del tutto rientrata, la teleriabilitazione continua ad essere uno strumento valido e utilizzato.

Le modalità secondo cui il Centro, in linea con le indicazioni della comunità nazionale e internazionale, opera a distanza sono le seguenti e vengono individuate sulla base dell’età, delle competenze raggiunte e dal livello di compromissione del bambino.

Tipi di teleriabilitazione

Sincrona

Presuppone l’interazione tra operatore e utente nello stesso tempo attraverso delle piattaforme online. Il feedback è immediato.

Tale modalità è preferibile negli interventi che hanno come obiettivo la riabilitazione cognitiva o il potenziamento cognitivo di funzioni specifiche (memoria, attenzione e funzioni esecutive.
Utile anche nella psicoeducazione genitoriale, ossia in quelle occasioni in cui il terapeuta emette risposte verbali e comportamentali in situazioni “ecologiche” per il bambino, ponendosi come modello per i genitori.
Questi potranno, successivamente, discutere nel counseling l’applicazione di tali risposte ed operare un cambiamento funzionale nelle modalità educative, integrando tali risposte e favorendo la generalizzazione delle competenze.

Asincrona

Presuppone che l’interazione fra operatore e utente avvenga in un momento temporale differente.

Il terapeuta invia il materiale di terapia (strumenti per la ricerca visiva, problem solving, materiale da usare per l’attenzione uditiva in collaborazione con il terapeuta) o le richieste di attività da svolgere.

Il feedback è posticipato al momento di restituzione del lavoro da parte della famiglia.

Mista

Intervento in modalità sincrona a cui segue un programma di attività di rinforzo e homework discussi successivamente in incontri prestabiliti.

 

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Il Giornalino del CRC – Febbraio 2023

La redazione del CRC News riparte con delle novità!

Nel primo numero di questo nuovo anno, i nostri giovani reporter si sono impegnati per dar vita ad un numero ricco di curiosità e rubriche inedite. Avete bisogno di un consiglio di moda? Non sapete se gli astri sono a vostro favore? Siete indecisi su che film guardare al cinema? E che dire, poi, del meraviglioso mondo delle serie tv e dei libri? Se siete curiosi di saperne di più, questo è il giornale che fa per voi!

Le sorprese non finiscono qui!

Alcuni di loro, ci hanno portato per le vie della Capitale, diventando i nostri occhi e le nostre orecchie. Grazie alle preziose testimonianze dei nostri inviati, abbiamo potuto visitare una mostra dedicata a Leonardo Da Vinci, ci siamo immersi nel mondo di Van Gogh, abbiamo riscoperto le storiche meraviglie del Foro Romano e degustato la famosa millefoglie di Cavalletti.

Complimenti ai ragazzi, che hanno saputo arricchire ogni pagina con originalità e spirito critico.

Per leggere il numero di Febbraio cliccate qui sotto.

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Cura

La certificazione DSA valida ai fini scolastici

Il CRC è Centro accreditato presso la Regione Lazio al rilascio della Certificazione DSA valida ai fini scolastici, che consente l’accesso alle misure dispensative e/o compensative previste dalla legge 170/2010.

Un po’ di storia

La legge dell’8 ottobre 2010, n. 170, Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico, riconosce la dislessia, la disortografia, la disgrafia e la discalculia come Disturbi Specifici dell’Apprendimento. In risposta a questi assegna al sistema nazionale di istruzione e agli atenei il compito di individuare le forme didattiche e le modalità di valutazione più adeguate perché gli alunni con DSA possano conseguire il successo formativo.

La Legge 170 entra in vigore, l’anno successivo, con il Decreto Ministeriale 5669 del 12 luglio 2011 che si prefigge di:

  • tutelare il diritto allo studio delle persone con diagnosi di DSA;
  • individuare le misure educative e didattiche in grado di sostenete il corretto processo di insegnamento e apprendimento;
  • individuare le modalità di verifica e valutazione scolastica.

A tale decreto sono allegate le Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di apprendimento.
Sono volte alla realizzazione di interventi didattici individualizzati e personalizzati, all’utilizzo degli strumenti compensativi e all’applicazione delle misure dispensative.
Indicano inoltre il livello essenziale delle prestazioni richieste alle istituzioni scolastiche e agli atenei per garantire il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con DSA.

Nello stesso anno, vengono pubblicati gli output della Consensus Conference indetta dall’Istituto Superiore di Sanità.

Sulla base della letteratura internazionale, l’ISS fornisce raccomandazioni cliniche utili a migliorare le conoscenze sull’argomento.

  • Formulando, ove le prove scientifiche a disposizione siano sufficienti, raccomandazioni per la migliore prassi clinica;
  • Precisando quali sono le aree di conoscenza ancora incerte e dubbie verso cui dovrebbe orientarsi la ricerca futura.

Il 25 luglio 2012 viene siglato l’Accordo tra Governo, Regioni e Province Autonome di Trento e Bolzano su Indicazioni per la diagnosi e la certificazione dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), con l’obiettivo di uniformare a livello nazionale le procedure diagnostiche, abilitative e di presa in carico.

Cosa accade nella Regione Lazio

La Regione Lazio era rimasta tra le poche regioni a non aver ancora dato piena attuazione alla normativa nazionale sui Disturbi Specifici dell’Apprendimento. In particolare, non aveva accolto la raccomandazione, presente all’interno dell’accordo Stato-Regioni del 2012, di consentire ai privati accreditati il rilascio della certificazione diagnostica valida ai fini scolastici.

Il 4 febbraio del 2020, viene approvato il “Protocollo d’intesa tra la Regione Lazio e l’Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio” per le attività di identificazione precoce dei casi a rischio di disturbo specifico dell’apprendimento.
Ciò avviene con i relativi due documenti allegati. Il primo, l’Allegato D fornisce le “Linee guida per la diagnosi e la certificazione dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento nella Regione Lazio. Il secondo, l’Allegato E  fornisce indicazioni sui “Soggetti privati che possono rilasciare la certificazione diagnostica dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento”.

In particolare, l’allegato E definisce come anche i soggetti privati, rispondenti a determinati requisiti, possono rilasciare il documento.

Tra questi vi è il CRC riconosciuto dalla Regione Lazio quale ente abilitato al rilascio della certificazione diagnostica DSA valida ai fini scolastici.

La Certificazione DSA valida ai fini scolastici: cos’è e cosa comporta?

La certificazione diagnostica dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento è un documento dettagliato redatto da un’equipe multidisciplinare.
Essa è costituita, come unità minima, dal neuropsichiatra infantile, dallo psicologo, dal logopedista e dal TNPEE con comprovata esperienza clinica nell’ambito della diagnosi DSA.

Vengono effettuate simultaneamente una diagnosi clinica e una diagnosi di funzionamento.

L’equipe, coordinata dal Neuropsichiatra Infantile, attraverso test specifici standardizzati, effettua una valutazione intellettiva indagando:

– Abilità di lettura;
– Skill di scrittura;
– Abilità logico-matematiche.

Tutto il processo tiene sempre conto dell’impatto del DSA sul rendimento scolastico del bambino, sul suo stato emotivo, sulla sua autonomia nello svolgimento dei compiti.

La Certificazione deve inoltre contenere le informazioni necessarie per stilare una programmazione educativa e didattica ad hoc. Questa deve tenere conto delle difficoltà del bambino, prevedendo l’applicazione mirata delle misure previste dalla legge (strumenti compensativi, misure dispensative, forme di verifica e valutazione personalizzate).

Al termine del percorso diagnostico, è prevista la restituzione alla famiglia dei dati ottenuti dalla valutazione tramite colloquio e il rilascio del documento. La famiglia consegnerà, a sua volta, la certificazione al Pediatra e alla Segreteria del Dirigente Scolastico per l’attivazione dell’intervento specifico.

Aggiornamento della certificazione DSA

Il profilo di funzionamento è di norma aggiornato:

– Al passaggio da un ciclo scolastico all’altro e comunque, di norma, non prima di tre anni dal precedente;

– Ogni qualvolta sia necessario modificare l’applicazione degli strumenti didattici e valutativi necessari, su segnalazione della scuola alla famiglia o su iniziativa della famiglia.

Una volta ricevuta la certificazione, sarà cura della scuola, dell’intero consiglio di classe o team docente di verificarne la validità e stilare il Piano Didattico Personalizzato.
Il PDP va consegnato entro il primo trimestre scolastico al fine di tutelare lo studente e garantirne il successo formativo.

ITER per ottenere la certificazione DSA valida ai fini scolastici

La scuola ha un ruolo fondamentale nell’individuare le difficoltà degli alunni sin dal loro primo manifestarsi e nell’avvio di adeguati interventi di potenziamento.

Un’accurata osservazione consente di riconoscere tempestivamente gli alunni che presentano difficoltà ed avviare percorsi di potenziamento ed eventuale successivo percorso diagnostico.

Iter per certificazione dsa valida ai fini scolastici

Nella scuola primaria, per i casi che presentano caratteristiche assimilabili ai DSA o per i quali le attività di potenziamento, attivate per almeno sei mesi, risultino inefficaci, viene predisposta una comunicazione scritta.
Con questa i familiari vengono informati dettagliatamente delle difficoltà riscontrate nel percorso di apprendimento e delle attività di potenziamento messe in atto per stimolare il bambino.

Le tempistiche

L’attivazione del percorso diagnostico non può essere effettuata prima della seconda metà del secondo anno del primo ciclo di istruzione per quanto riguarda la dislessia e la disortografia. Prima della seconda metà del terzo anno del primo ciclo di istruzione per quanto riguarda la discalculia e la disgrafia.

In entrambi i casi sarà comunque necessario verificare prima l’efficacia di eventuali attività di potenziamento per almeno sei mesi.

Per gli alunni individuati, le strutture abilitate effettuano il percorso diagnostico e rilasciano la certificazione, garantendo la priorità ai bambini che frequentano la scuola primaria.

La certificazione deve essere prodotta di norma entro i 6 mesi dal completamento dell’iter diagnostico e non oltre il 31 marzo per gli alunni che frequentano gli anni terminali di ciascun ciclo scolastico.

Linee guida DSA 2022: Cosa cambia per la diagnosi DSA?

A 11 anni dalla pubblicazione delle prime Linee Guida per la diagnosi dei DSA, l’Istituto Superiore di Sanità ha presentato, nel 2022, il documento Linee Guida sulla gestione dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento. Aggiornamento ed integrazioni.

Tra le novità rientrano una serie di criteri di valutazione dei DSAraccomandazioni per la diagnosi e indicazioni sui trattamenti più efficaci, non strutturati nei precedenti documenti. Nello specifico riguardano:

  • Disturbo di Comprensione del testo. La ridefinizione del Disturbo di Lettura all’interno del DMS-5 (pubblicato nel 2013) ha reso necessaria la formulazione di indicazioni specifiche rispetto all’iter diagnostico e riabilitativo di tale disturbo. Non deve essere più considerato una conseguenza di un disturbo di decodifica, ma richiede l’utilizzo di prove standardizzate e indipendenti.
  • Studenti bilingui e/o stranieri con DSA. Secondo i dati del MIUR, il 10% degli studenti in Italia è rappresentato da persone bilingue o straniere. Per questo la diagnosi DSA deve far riferimento a prove standardizzate su popolazione bilingue.
  • DSA negli adulti. Con le nuove linee guida DSA, i clinici possono fare riferimento a direttive diagnostiche più chiare, con prove standardizzate per l’età adulta.

 

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Il Giornalino del CRC – Natale 2022

La redazione del CRC News non si ferma nemmeno nel mese di dicembre.

Questa volta i nostri giovani reporter si sono impegnati per elaborare un numero tutto a tema natalizio. Non si sono limitati agli aspetti più conosciuti di questa festa, ma sono andati a cercare curiosità e aneddoti che in tanti ignorano.

Nel Giornalino troverete la storia di come è nata la tradizione di regalare il bastoncino di zucchero bianco e rosso. Oppure un interessante articolo sulle renne.

Complimenti ai ragazzi che hanno saputo trovare tante storie particolari.

Per leggere il numero di Natale cliccate qui sotto.

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