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Cura

L’intervento riabilitativo del bambino sordo

“È raro incontrare due bambini uguali” esordisce così la dott.ssa Matilde Maria Marulli, logopedista specializzata nell’intervento riabilitativo del bambino sordo, referente al CRC del Polo Sordità.

Quando si parla di ipoacusia o sordità, infatti, la perdita uditiva e la conseguente compromissione del linguaggio sono solo una parte degli aspetti che caratterizzano un bambino e che indirizzano l’orientamento riabilitativo.

Nell’elaborare un piano di trattamento, infatti, l’equipe multidisciplinare non può prescindere dal considerare la storia clinica del bambino, la sua storia familiare e il contesto sociale di cui fa parte (comunità segnante/udente).

Epidemiologia, definizione e classificazione del disturbo

Secondo i dati più recenti pubblicati dall’OMS nel 2018, oltre il 5% della popolazione mondiale, circa 466 milioni di persone, ha una riduzione dell’udito.
Secondo il report 2018 del Censis in Italia sono 7 milioni le persone con problemi di udito, che corrispondono all’12,1% della popolazione.

Con il termine ipoacusia si definisce il deficit uditivo che può interessare uno o entrambi gli organi deputati alla ricezione (mono/bilaterale) e può essere classificata sulla base di diversi criteri:

  • La sede della lesione
  • L’epoca di insorgenza
  • L’eziologia
  • La gravità del danno percettivo

In base alla sede della lesione, l’ipoacusia può essere centrale o periferica.
Nel primo caso, la soglia uditiva è pressoché nella norma, mentre risultano alterati i meccanismi di elaborazione nervosa ed encefalica del suono.
Nel secondo caso, invece, il danno è localizzato a livello dell’orecchio e, a seconda delle strutture coinvolte, si distingue in: ipoacusia trasmissiva, ipoacusia percettiva o neurosensoriale e ipoacusia di tipo misto.

L’ipoacusia può essere definita poi in base all’epoca di insorgenza (sordità congenite o postnatali), all’eziologia (sordità genetiche o acquisite) e al grado di compromissione degli organi di cui si compone l’apparato di percezione.

Esistono diverse scale di valutazione del grado di sordità in relazione all’entità della perdita uditiva.

Il CRC, in linea con le linee guida BIAP (Bureau International di Audiophonologie), fa riferimento ai seguenti parametri:

  • sordità lieve (con una perdita che va dai 20 ai 40 decibel)
  • sordità media (con una perdita che va dai 41 ai 70 decibel)
  • sordità grave (con una perdita che va dai 71 ai 90 decibel)
  • sordità profonda (con una perdita che è uguale o maggiore di 91 decibel).Misura decibel per intervento riabilitativo del bambino sordo

In relazione al grado di perdita uditiva si possono osservare poi compromissioni di entità differente sul sistema linguistico.

In caso di perdita uditiva lieve, la compromissione del linguaggio sarà irrilevante.
Una perdita moderata o grave, avrà come conseguenza un disturbo di linguaggio di severità proporzionale al grado di perdita uditiva.
Il linguaggio risulterà, invece, assente in caso di sordità profonda.

La proposta del CRC per l’intervento riabilitativo del bambino sordo

L’ intervento terapeutico proposto al CRC sposa il concetto di “presa in carico globale” inteso come il processo integrato e continuativo che garantisce il governo coordinato degli interventi. Questo per favorire la riduzione del disturbo, l’inserimento scolastico, sociale e lavorativo dell’individuo, orientato al più completo sviluppo delle sue potenzialità (Prima Conferenza Nazionale delle Politiche dell’Handicap, 1999).

Pertanto, la presa in carico del paziente con ipoacusia neurosensoriale deve essere precoce e deve prevedere:

  • Un approccio multidisciplinare
  • La collaborazione con le persone e gli istituti che si occupano della salute e dell’educazione del soggetto con ipoacusia (famiglia, insegnanti, scuole, clinici specialisti e pediatri). Ciò ha il fine ultimo di promuovere la formazione di una rete che lavori in modo integrato.

Il trattamento si deve caratterizzare per:

  • specificità: il training deve aver come scopo il miglioramento delle specifiche componenti che risultano deficitarie;
  • sistematicità: il training deve prevedere interventi continuativi e ripetuti. Per verificare gli esiti dell’intervento è consigliabile controllare i risultati dopo circa tre-quattro mesi;
  • efficacia: il trattamento efficace consente di migliorare l’evoluzione del processo più della sua evoluzione naturale attesa. Il trattamento va regolato quindi sulla base dell’effettiva efficacia dimostrabile e va interrotto quando il suo effetto non sposta la prognosi naturale del disturbo.

I metodi di riabilitazione

Nella selezione del metodo di riabilitazione, va tenuto conto di quanto la deprivazione sonora abbia influenzato e influenzi lo sviluppo globale del paziente. Ma anche dell’ambiente sociale in cui il bambino vive (ambiente di udenti/sordi o integrato, famiglia di lingua straniera etc.).

Tre, secondo quest’ottica, sono gli approcci maggiormente utilizzati:

  • Oralismo
  • Metodo bimodale
  • Bilinguismo

Tutti i metodi oralisti condividono l’esclusione, nell’educazione al linguaggio parlato e scritto, di qualsiasi uso dei segni.
Essi puntano da una parte sull’allenamento acustico, per aiutare il sordo a utilizzare al massimo i suoi residui uditivi, dall’altra sul potenziamento della lettura labiale su cui si basa la comunicazione.

Nel metodo misto o bimodale si utilizza l’italiano segnato (IS): la parola vocale è accompagnata dal segno corrispondente, pur lasciando inalterata la struttura della lingua verbale.
‘Bimodale’ significa doppia modalità e infatti nella metodologia bimodale vengono utilizzate la modalità acustico-verbale, poiché si parla, e la modalità visivo-gestuale, perché si segna.
È utilizzata pertò un’unica lingua: l’italiano.

In pratica, quando si parla con il bambino sordo, si dà un supporto gestuale a tutto quello che viene detto. I segni divengono così un supporto che il bambino usa quando non è ancora abbastanza padrone del linguaggio verbale, per poter rispettare le stesse tappe evolutive del bambino udente.

Il bilinguismo prevede, infine, la concomitanza di lingua orale e lingua dei segni italiana (LIS). Al logopedista, sarà necessario affiancare un assistente alla comunicazione che usi con il bambino la LIS.

Una volta selezionato il metodo, viene condiviso con tutta l’equipe, che lo applicherà in funzione degli obiettivi prefissati per le singole aree di intervento.

Un approccio multidisciplinare all’intervento riabilitativo del bambino sordo

L’approccio multidisciplinare è quello che porta maggiori benefici. Ecco perché il bambino viene seguito, nel suo percorso, dal logopedista, dal terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva e – ove ritenuto necessario dal neuropsichiatra infantile – dallo psicologo.

L’intervento sul bambino sordo è spesso supportato dall’introduzione di un percorso che coinvolga, a vari livelli, il nucleo familiare e, principalmente, i genitori (o il caregiver).

Nello specifico, possono essere previsti tre differenti tipologie di intervento:

COUNSELING GENITORIALE

Accompagnamento della coppia genitoriale alla comprensione della diagnosi e all’utilizzo di uno stile educativo adeguato alle esigenze del bambino.

PARENT TRAINING

Intervento psicoeducativo mirato a sostenere i genitori nella gestione degli aspetti comportamentali del bambino.

TERAPIA MEDIATA DAL GENITORE

Intervento che permette ai genitori di interagire in maniera efficace con il bambino, favorendone lo sviluppo delle competenze comunicative e sociali e incidendo di conseguenza sul senso di autoefficacia del genitore.

La teleriabilitazione nell’intervento riabilitativo del bambino sordo

Con l’avvento della pandemia, il CRC si è impegnato a convertire la maggior parte degli interventi in presenza in modalità a distanza. Ancora oggi, che la situazione è quasi del tutto rientrata, la teleriabilitazione continua ad essere uno strumento valido e utilizzato.

Le modalità secondo cui il Centro, in linea con le indicazioni della comunità nazionale e internazionale, opera a distanza sono le seguenti e vengono individuate sulla base dell’età, delle competenze raggiunte e dal livello di compromissione del bambino.

Tipi di teleriabilitazione

Sincrona

Presuppone l’interazione tra operatore e utente nello stesso tempo attraverso delle piattaforme online. Il feedback è immediato.

Tale modalità è preferibile negli interventi che hanno come obiettivo la riabilitazione cognitiva o il potenziamento cognitivo di funzioni specifiche (memoria, attenzione e funzioni esecutive.
Utile anche nella psicoeducazione genitoriale, ossia in quelle occasioni in cui il terapeuta emette risposte verbali e comportamentali in situazioni “ecologiche” per il bambino, ponendosi come modello per i genitori.
Questi potranno, successivamente, discutere nel counseling l’applicazione di tali risposte ed operare un cambiamento funzionale nelle modalità educative, integrando tali risposte e favorendo la generalizzazione delle competenze.

Asincrona

Presuppone che l’interazione fra operatore e utente avvenga in un momento temporale differente.

Il terapeuta invia il materiale di terapia (strumenti per la ricerca visiva, problem solving, materiale da usare per l’attenzione uditiva in collaborazione con il terapeuta) o le richieste di attività da svolgere.

Il feedback è posticipato al momento di restituzione del lavoro da parte della famiglia.

Mista

Intervento in modalità sincrona a cui segue un programma di attività di rinforzo e homework discussi successivamente in incontri prestabiliti.

 

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Giornalino-CRC

Il Giornalino del CRC – Febbraio 2023

La redazione del CRC News riparte con delle novità!

Nel primo numero di questo nuovo anno, i nostri giovani reporter si sono impegnati per dar vita ad un numero ricco di curiosità e rubriche inedite. Avete bisogno di un consiglio di moda? Non sapete se gli astri sono a vostro favore? Siete indecisi su che film guardare al cinema? E che dire, poi, del meraviglioso mondo delle serie tv e dei libri? Se siete curiosi di saperne di più, questo è il giornale che fa per voi!

Le sorprese non finiscono qui!

Alcuni di loro, ci hanno portato per le vie della Capitale, diventando i nostri occhi e le nostre orecchie. Grazie alle preziose testimonianze dei nostri inviati, abbiamo potuto visitare una mostra dedicata a Leonardo Da Vinci, ci siamo immersi nel mondo di Van Gogh, abbiamo riscoperto le storiche meraviglie del Foro Romano e degustato la famosa millefoglie di Cavalletti.

Complimenti ai ragazzi, che hanno saputo arricchire ogni pagina con originalità e spirito critico.

Per leggere il numero di Febbraio cliccate qui sotto.

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Cura

La certificazione DSA valida ai fini scolastici

Il CRC è Centro accreditato presso la Regione Lazio al rilascio della Certificazione DSA valida ai fini scolastici, che consente l’accesso alle misure dispensative e/o compensative previste dalla legge 170/2010.

Un po’ di storia

La legge dell’8 ottobre 2010, n. 170, Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico, riconosce la dislessia, la disortografia, la disgrafia e la discalculia come Disturbi Specifici dell’Apprendimento. In risposta a questi assegna al sistema nazionale di istruzione e agli atenei il compito di individuare le forme didattiche e le modalità di valutazione più adeguate perché gli alunni con DSA possano conseguire il successo formativo.

La Legge 170 entra in vigore, l’anno successivo, con il Decreto Ministeriale 5669 del 12 luglio 2011 che si prefigge di:

  • tutelare il diritto allo studio delle persone con diagnosi di DSA;
  • individuare le misure educative e didattiche in grado di sostenete il corretto processo di insegnamento e apprendimento;
  • individuare le modalità di verifica e valutazione scolastica.

A tale decreto sono allegate le Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di apprendimento.
Sono volte alla realizzazione di interventi didattici individualizzati e personalizzati, all’utilizzo degli strumenti compensativi e all’applicazione delle misure dispensative.
Indicano inoltre il livello essenziale delle prestazioni richieste alle istituzioni scolastiche e agli atenei per garantire il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con DSA.

Nello stesso anno, vengono pubblicati gli output della Consensus Conference indetta dall’Istituto Superiore di Sanità.

Sulla base della letteratura internazionale, l’ISS fornisce raccomandazioni cliniche utili a migliorare le conoscenze sull’argomento.

  • Formulando, ove le prove scientifiche a disposizione siano sufficienti, raccomandazioni per la migliore prassi clinica;
  • Precisando quali sono le aree di conoscenza ancora incerte e dubbie verso cui dovrebbe orientarsi la ricerca futura.

Il 25 luglio 2012 viene siglato l’Accordo tra Governo, Regioni e Province Autonome di Trento e Bolzano su Indicazioni per la diagnosi e la certificazione dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), con l’obiettivo di uniformare a livello nazionale le procedure diagnostiche, abilitative e di presa in carico.

Cosa accade nella Regione Lazio

La Regione Lazio era rimasta tra le poche regioni a non aver ancora dato piena attuazione alla normativa nazionale sui Disturbi Specifici dell’Apprendimento. In particolare, non aveva accolto la raccomandazione, presente all’interno dell’accordo Stato-Regioni del 2012, di consentire ai privati accreditati il rilascio della certificazione diagnostica valida ai fini scolastici.

Il 4 febbraio del 2020, viene approvato il “Protocollo d’intesa tra la Regione Lazio e l’Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio” per le attività di identificazione precoce dei casi a rischio di disturbo specifico dell’apprendimento.
Ciò avviene con i relativi due documenti allegati. Il primo, l’Allegato D fornisce le “Linee guida per la diagnosi e la certificazione dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento nella Regione Lazio. Il secondo, l’Allegato E  fornisce indicazioni sui “Soggetti privati che possono rilasciare la certificazione diagnostica dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento”.

In particolare, l’allegato E definisce come anche i soggetti privati, rispondenti a determinati requisiti, possono rilasciare il documento.

Tra questi vi è il CRC riconosciuto dalla Regione Lazio quale ente abilitato al rilascio della certificazione diagnostica DSA valida ai fini scolastici.

La Certificazione DSA valida ai fini scolastici: cos’è e cosa comporta?

La certificazione diagnostica dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento è un documento dettagliato redatto da un’equipe multidisciplinare.
Essa è costituita, come unità minima, dal neuropsichiatra infantile, dallo psicologo, dal logopedista e dal TNPEE con comprovata esperienza clinica nell’ambito della diagnosi DSA.

Vengono effettuate simultaneamente una diagnosi clinica e una diagnosi di funzionamento.

L’equipe, coordinata dal Neuropsichiatra Infantile, attraverso test specifici standardizzati, effettua una valutazione intellettiva indagando:

– Abilità di lettura;
– Skill di scrittura;
– Abilità logico-matematiche.

Tutto il processo tiene sempre conto dell’impatto del DSA sul rendimento scolastico del bambino, sul suo stato emotivo, sulla sua autonomia nello svolgimento dei compiti.

La Certificazione deve inoltre contenere le informazioni necessarie per stilare una programmazione educativa e didattica ad hoc. Questa deve tenere conto delle difficoltà del bambino, prevedendo l’applicazione mirata delle misure previste dalla legge (strumenti compensativi, misure dispensative, forme di verifica e valutazione personalizzate).

Al termine del percorso diagnostico, è prevista la restituzione alla famiglia dei dati ottenuti dalla valutazione tramite colloquio e il rilascio del documento. La famiglia consegnerà, a sua volta, la certificazione al Pediatra e alla Segreteria del Dirigente Scolastico per l’attivazione dell’intervento specifico.

Aggiornamento della certificazione DSA

Il profilo di funzionamento è di norma aggiornato:

– Al passaggio da un ciclo scolastico all’altro e comunque, di norma, non prima di tre anni dal precedente;

– Ogni qualvolta sia necessario modificare l’applicazione degli strumenti didattici e valutativi necessari, su segnalazione della scuola alla famiglia o su iniziativa della famiglia.

Una volta ricevuta la certificazione, sarà cura della scuola, dell’intero consiglio di classe o team docente di verificarne la validità e stilare il Piano Didattico Personalizzato.
Il PDP va consegnato entro il primo trimestre scolastico al fine di tutelare lo studente e garantirne il successo formativo.

ITER per ottenere la certificazione DSA valida ai fini scolastici

La scuola ha un ruolo fondamentale nell’individuare le difficoltà degli alunni sin dal loro primo manifestarsi e nell’avvio di adeguati interventi di potenziamento.

Un’accurata osservazione consente di riconoscere tempestivamente gli alunni che presentano difficoltà ed avviare percorsi di potenziamento ed eventuale successivo percorso diagnostico.

Iter per certificazione dsa valida ai fini scolastici

Nella scuola primaria, per i casi che presentano caratteristiche assimilabili ai DSA o per i quali le attività di potenziamento, attivate per almeno sei mesi, risultino inefficaci, viene predisposta una comunicazione scritta.
Con questa i familiari vengono informati dettagliatamente delle difficoltà riscontrate nel percorso di apprendimento e delle attività di potenziamento messe in atto per stimolare il bambino.

Le tempistiche

L’attivazione del percorso diagnostico non può essere effettuata prima della seconda metà del secondo anno del primo ciclo di istruzione per quanto riguarda la dislessia e la disortografia. Prima della seconda metà del terzo anno del primo ciclo di istruzione per quanto riguarda la discalculia e la disgrafia.

In entrambi i casi sarà comunque necessario verificare prima l’efficacia di eventuali attività di potenziamento per almeno sei mesi.

Per gli alunni individuati, le strutture abilitate effettuano il percorso diagnostico e rilasciano la certificazione, garantendo la priorità ai bambini che frequentano la scuola primaria.

La certificazione deve essere prodotta di norma entro i 6 mesi dal completamento dell’iter diagnostico e non oltre il 31 marzo per gli alunni che frequentano gli anni terminali di ciascun ciclo scolastico.

Linee guida DSA 2022: Cosa cambia per la diagnosi DSA?

A 11 anni dalla pubblicazione delle prime Linee Guida per la diagnosi dei DSA, l’Istituto Superiore di Sanità ha presentato, nel 2022, il documento Linee Guida sulla gestione dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento. Aggiornamento ed integrazioni.

Tra le novità rientrano una serie di criteri di valutazione dei DSAraccomandazioni per la diagnosi e indicazioni sui trattamenti più efficaci, non strutturati nei precedenti documenti. Nello specifico riguardano:

  • Disturbo di Comprensione del testo. La ridefinizione del Disturbo di Lettura all’interno del DMS-5 (pubblicato nel 2013) ha reso necessaria la formulazione di indicazioni specifiche rispetto all’iter diagnostico e riabilitativo di tale disturbo. Non deve essere più considerato una conseguenza di un disturbo di decodifica, ma richiede l’utilizzo di prove standardizzate e indipendenti.
  • Studenti bilingui e/o stranieri con DSA. Secondo i dati del MIUR, il 10% degli studenti in Italia è rappresentato da persone bilingue o straniere. Per questo la diagnosi DSA deve far riferimento a prove standardizzate su popolazione bilingue.
  • DSA negli adulti. Con le nuove linee guida DSA, i clinici possono fare riferimento a direttive diagnostiche più chiare, con prove standardizzate per l’età adulta.

 

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Il Giornalino del CRC – Natale 2022

La redazione del CRC News non si ferma nemmeno nel mese di dicembre.

Questa volta i nostri giovani reporter si sono impegnati per elaborare un numero tutto a tema natalizio. Non si sono limitati agli aspetti più conosciuti di questa festa, ma sono andati a cercare curiosità e aneddoti che in tanti ignorano.

Nel Giornalino troverete la storia di come è nata la tradizione di regalare il bastoncino di zucchero bianco e rosso. Oppure un interessante articolo sulle renne.

Complimenti ai ragazzi che hanno saputo trovare tante storie particolari.

Per leggere il numero di Natale cliccate qui sotto.

CRC-News-Giornalino-Natale-2022

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Giornalino-CRC

Il Giornalino del CRC – Prima edizione

Al CRC siamo sempre in cerca di modi originali e creativi per creare percorsi sempre migliori atti ad affrontare e gestire la Dislessia e gli altri Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA).

Tra le tante attività che portiamo avanti per aiutare i nostri piccoli pazienti nello svolgimento delle loro terapie, abbiamo pensato ad un nuovo laboratorio: il Giornalino del CRC – CRC News.

Ogni ragazzo, assieme al proprio terapista, progetta e scrive un articolo su un tema a sua scelta.

Può parlare di scienza, arte, sport; qualsiasi cosa lo appassioni.

Successivamente, in gruppo, i ragazzi lavorano come una vera e propria redazione per revisionare e comporre il giornalino.

Un grazie di cuore va ai nostri collaboratori le Dott.sse Valentina Belli, Manuela Calanca, Elena Michetti e Lisa Scordino che hanno deciso dedicarsi a questa nuova sfida.

Siamo molto orgogliosi dei nostri “giornalisti in erba” che con la enorme creatività si sono impegnano al massimo per pubblicare un giornale che non ha nulla da invidiare a quelli veri.

Per leggere il numero di Ottobre cliccate qui sotto.

CRC-News-Giornalino-Ottobre-2022

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Competenze grafomotorie e disgrafia: progetto Schermi Magici e Segni Preziosi

Il CRC – Centro Ricerca e Cura da il via al progetto di screening per lo studio dello sviluppo della scrittura, Schermi Magici e Segni Preziosi.

Il prossimo mercoledì 16 novembre 2022, alle 17:30 verrà presentato presso l’Aula Consiliare del Municipio IX di fronte alle istituzioni.
Saranno presenti l’Assessorato ai Lavori Pubblici, Mobilità e Scuola e l’Assessorato alla Politiche Sociali e della Salute, Terzo Settore e Democrazia Legalitaria del Municipio IX e la ASL Rm2Distretto IX. 

Il progetto è stato ideato dal CRC – Centro Ricerca e Cura, in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Elettrica e dell’Informazione “Maurizio Scarano” dell’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale.
La
WACOM,  principale produttore di tavolette grafiche al mondo, ha fornito il sostegno tecnologico al progetto.

Lo screening mira a identificare e studiare alcuni segnali che permetteranno di intercettare eventuali scritture disgrafiche.

Un metodo per riconoscere la disgrafia

Nel dicembre 2019, il dott. Italo de Meis, responsabile del Polo Ricerca&Sviluppo del CRC – si imbatte nella ricerca HAND (Handwriting Analysis Against Neurodegenerative Diseases). L’Università di Cassino, assieme ad altri due atenei del centro-sud Italia, stava portando avanti questo studio nell’ambito dell’individuazione precoce e del monitoraggio delle malattie degenerative.
Oggetto dell’indagine era sempre la scrittura che attraverso l’Intelligenza Artificiale (AI) era in grado di rivelare eventuali indici di rischio. 

Il CRC è un centro convenzionato con il Sistema Sanitario Regionale che si occupa per lo più di Disturbi del Neurosviluppo. Ha in carico circa 300 bambini in gran parte in età scolare.

Perché dunque non spostare il campo d’interesse, elaborando un sistema utile a monitorare il processo inverso?
Nell’anziano, infatti, si studia l’alterazione del tratto grafico; nel bambino, il suo sviluppo.

La difficoltà – spiega Michela Battisti, TNPEE e Dott.ssa in Psicologia e salute del CRC, tra i coordinatori del progetto – sta nel fatto che mentre per l’anziano si parte dallo studio di una competenza consolidata, per il bambino è necessario individuare quei segni che, nella traiettoria evolutiva della scrittura, potrebbero evolvere in eventuali difficoltà”.

Grazie al protocollo d’intesa siglato con il Municipio IX e il Distretto IX della ASL RM 2 prenderà avvio uno screening longitudinale in cinque Istituti Comprensivi del Territorio che coinvolgerà circa duecento bambini.

Lo scopo è osservare alcune competenze in diversi momenti di sviluppo del bambino, proponendo loro semplici attività quali riprodurre figure geometriche, completare dei labirinti, copiare delle lettere utilizzando una penna digitale.

Si inizierà a testare il campione all’ultimo anno della scuola dell’infanzia, poi di nuovo ogni anno per i tre anni successivi, fino alla terza elementare. È questa l’età in cui è possibile fare diagnosi, riconoscere la disgrafia e confermare le difficoltà di scrittura.

I partner del progetto Schermi Magici e Segni Preziosi

Ognuna delle realtà partner ha contribuito al progetto mettendo a disposizione la propria expertise.
CRC ha elaborato il “protocollo valutativo”, mettendo a disposizione le competenze cliniche specifiche, anche alla luce delle recenti linee guida sui disturbi dell’apprendimento. WACOM ha messo a disposizione i supporti digitali e la propria esperienza in ambito tecnologico.
L’
Università di Cassino ha implementato l’applicazione che – attraverso l’AI e il machine learning – elabora tutti i dati che ogni anno verranno immessi nel sistema. In questo modo potrà rilevare gli indici di rischio e, a medio-lungo termine, intercettare sul nascere un disturbo specifico.

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Linee Guida nazionali per la Teleriabilitazione

Il CRC è tra gli attori e autori delle “Indicazioni nazionali  per l’erogazione di prestazioni e servizi di teleriabilitazione da parte delle professioni sanitarie”, redatte su impulso del Ministero della Salute. 

La pandemia da COVID-19 ha modificato inesorabilmente le nostre abitudini di vita.

Uno dei settori ad aver subito maggiori limitazioni è stato quello legato alla riabilitazione. La difficoltà di accedere ai trattamenti, infatti, ha comportato notevoli ritardi nella presa in carico di nuovi pazienti, uniti al pregiudizio, in molti casi, dell’esito di trattamenti già avviati.

La brusca interruzione dell’operato di tale settore avrebbe ostacolato, dunque, per un cospicuo lasso di tempo, diagnosi precoce e intervento tempestivo, entrambe ritenute, dalle più recenti evidenze scientifiche, azioni cruciali per il miglioramento della qualità di vita dei bambini affetti da Disturbi del Neurosviluppo e delle loro famiglie. 

Ciò ha evidenziato la necessità e l’urgenza – condivisa dal Ministero della Salute e dalle Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano – di fornire indicazioni uniformi sull’intero territorio nazionale per l’erogazione delle prestazioni a distanza, estendendo e riconoscendo la pratica medica e assistenziale oltre gli spazi fisici deputati all’erogazione in forma tradizionale di numerose prestazioni sanitarie. 

L’Accordo per le linee guida

A questo scopo, è stato redatto un documento che regolamentasse, a livello nazionale, l’attività di riabilitazione a distanza a cura gruppo di lavoro Telemedicina della Cabina di Regia NSIS (Nuovo Sistema Informativo Sanitario), sulla base di una proposta avanzata dal Centro Nazionale per la Telemedicina e le Nuove Tecnologie Assistenziali in collaborazione con il Gruppo di consensus nazionale sulla teleriabilitazione e la teleassistenza e con il supporto della Segreteria Scientifica della Presidenza dell’Istituto Superiore di Sanità.

Tra i fautori dell’Accordo sulle “Indicazioni nazionali per l’erogazione di prestazioni e servizi di teleriabilitazione da parte delle professioni sanitarie” vi è il CRC che, insieme ad altre strutture e associazioni, tra i principali attori del panorama clinico nazionale con esperienza nell’ambito della riabilitazione a distanza, ha dato il suo contributo nel Gruppo di Consensus. 

La proposta di Accordo è stata presentata lo scorso 18 novembre 2021, durante la Conferenza Stato Regioni ed è in attesa di approvazione. 

Obiettivo del documento è quello di favorire, in ciascuna regione, l’implementazione di percorsi di presa in carico a distanza, secondo modelli organizzativi e metodologie uniformi e condivise dalle realtà parte della consensus che, attraverso periodiche sedute di confronto, hanno messo a disposizione la propria expertise, affinata nelle fasi più critiche dello scenario emergenziale. 

L’esperienza DEL CRC nel campo della teleriabilitazione

Il CRC, sin dalla proclamazione del primo lockdown, mettendo a frutto la propria esperienza – il nostro Polo Apprendimento già prevedeva la modalità a distanza all’interno di alcuni progetti terapeutici – e le esperienza maturate da altre realtà a livello mondiale, ha messo a punto la propria offerta, garantendo la continuità terapeutica alla maggior parte dei bambini in carico presso il CRC. Tutta l’attività è stata spostata online, con la dovuta riorganizzazione dei servizi, e i colleghi sono stati gradatamente formati all’utilizzo di questa modalità, in Italia, ancora poco diffusa. 

Il CRC si è preoccupato poi, già a giugno 2020, di diffondere le conoscenze acquisite nei mesi precedenti, attraverso l’organizzazione di una web-conference gratuita che ha diffuso in Italia le buone prassi messe a punto dalle nostre équipe e dai colleghi stranieri, esperti nella riabilitazione a distanza delle diverse patologie che interessano il Neurosviluppo. La web conference ha avuto un grande successo, raggiungendo picchi di 800 persone collegate contemporaneamente. 

Tra il 2020 e il 2021, il Centro ha portato, per la prima volta in Italia, l’unico corso riconosciuto dall’American Speech-Language-Hearing Association (ASHA) sulla Riabilitazione a distanza, curato dal Waldo County General Hospital del Maine. Il corso ha rilasciato a più di 50 logopedisti un certificato di competenza dell’utilizzo della telepratica.   

PROSPETTIVE FUTURE

Ad oggi, che ci siamo lasciati alle spalle la fase acuta della pandemia, il Centro continua ad utilizzare la riabilitazione a distanza, integrandola con la tradizionale modalità in presenza, a seconda delle esigenze del bambino e della famiglia, e su indicazione del medico responsabile di progetto. 

La riabilitazione a distanza costituisce, ad oggi, una possibilità in più per lo specialista e per il bambino e la famiglia che possono usufruire di modelli organizzativi integrati, utili all’attività di prevenzione e promozione della salute e all’ottimizzazione dei percorsi di presa in carico. 

IG: @crc_centroricercacura

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Cinema Liberi Tutti. Il cuore grande del grande schermo.

Ad alcuni giorni fa appartiene la notizia dell’approvazione, da parte del Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini, della Legge Cinema. Legge che sancisce uno stanziamento annuo di 30 milioni di euro per il recupero delle sale cinematografiche, e la devoluzione di un 10% di tale importo alla costruzione ex novo di sale cinematografiche all’interno degli ospedali.

Tale provvedimento amministrativo statuisce l’importanza terapeutica del cinema, il cui valore è già stato evidenziato dal successo di iniziative quali quella intrapresa, circa un anno fa, da MediCinema, che ha portato alla costruzione di due sale cinematografiche all’interno, prima, del Policlinico Gemelli di Roma e poi dell’Ospedale Niguarda di Milano.

Un’importanza che anche il CRC Balbuzie ha voluto riconoscergli, dando vita, in collaborazione con il Circuito Cinema, al progetto Cinema Liberi Tutti.

Cinema Liberi Tutti si prefigge di elevare il cinema a strumento d’integrazione della disabilità, semplicemente adattandone le vesti alle esigenze di chi ha delle necessità in più.

Nel corso delle proiezioni, infatti, vengono adottati accorgimenti appositamente studiati per bambini affetti da disturbi del neurosviluppo, rispondenti al sistema Friendly Autism Screening: 

  • Volume calmierato
  • Luci soffuse
  • Libertà di movimento in sala
  • Possibilità di portare il cibo da casa.

Lo scorso 22 maggio, presso il Cinema Fiamma, si è tenuta la giornata inaugurale, che ha visto la partecipazione di molti bambini e ragazzi.

Tante sono state le emozioni nel vedere i piccoli lasciarsi convincere ad entrare in sala. Piccoli timorosi e preoccupati per via della temuta oscurità o di un volume troppo alto.

Ma alla fine tutti sono entrati e tutti sono anche rimasti. Molti fino alla fine della proiezione, molti seduti al proprio posto, molti altrove, molti in piedi, molti nascosti negli angoli più disparati. Molti non ce l’hanno fatta a star fermi neanche un secondo, ma tutti sono stati LIBERI di esprimersi per la loro irripetibile unicità.

“Questo è il Cinema Liberi Tutti. Ci possiamo alzare. Urlare ad alta voce. Possiamo fare quello che vogliamo”.

Questo ha urlato il piccolo Mattia alla sala, in piedi, con le spalle rivolte allo schermo.

Libertà, desideriamo, infatti, sia la parola chiave di questo progetto. Libertà di essere quel che si è, con le proprie peculiarità, con i propri punti di forza e di debolezza, libertà di raggiungere, tutti, il traguardo, ognuno utilizzando i mezzi di cui è munito. Ci piace, in quest’ottica, parlare di cinequità, laddove il cinema assurge ad essere garante di quell’equità, di cui oggi tanto si parla.

Dal 18 settembre 2017, partirà la programmazione vera e propria di Cinema Liberi Tutti, con la proiezione del film Belle e Sebastien – L’avventura continua.

Le proiezioni, contrariamente a quanto si era stabilito all’inizio, saranno gratuite per tutti. Il Circuito Cinema, una gigantesca macchina fatta di persone, ha sposato la nostra causa, e ha scelto di essere vicino alle famiglie, sostenendole con una mano forte e un cuore tenero.

Martina de Meis

CIRCUITO_CINEMA_PROGRAMMAZIONE17_DEF4-01

 

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