La radio è parte integrante dell’intervento riabilitativo proposto dal CRC. Ciò accade perché presso il Centro è stato ideato il programma MIDA-SP in 4 step per il trattamento della persona che balbetta. Tra le novità, vi è l’affiancamento alla terapia logopedica delle arti mediate, tra cui appunto la conduzione radiofonica.
Il Progetto radio
Nel lontano 2015, nasce così il “Progetto Radio”, un corso guidato dallo speaker radiofonico Beppe De Marco. A distanza di sette anni dal suo lancio, in occasione della Giornata Mondiale della Radio, desideriamo portarvi all’interno di questo corso e scoprire i retroscena che hanno condotto alla sua ideazione.
Ad oggi, il progetto radio consta di un appuntamento settimanale per ognuna delle tre classi in cui i pazienti sono divisi per fasce d’età – bambini, preadolescenti e adulti. La lezione ha la durata di due ore: la prima è dedicata alla ricerca redazionale dei contenuti; la seconda invece ad esercizi, talk e spot pubblicitari. L’obiettivo? La realizzazione di una diretta su Facebook interamente gestita dai ragazzi.
Beppe De Marco, la voce di RDS 100% Grandi Successi al CRC
A guidare il timone, lo speaker Beppe De Marco, voce di RDS 100% Grandi Successi. La sua passione per la radio nasce per caso ai tempi del liceo, quando un amico dj gli propone di collaborare con lui. Da allora, non ha mai abbandonato il microfono e si occupa anche di formazione presso aziende e istituti quali l’università Luiss Guido Carli e la 24ORE Business School, ma guai a chiamarlo insegnante:
“Non mi piace considerarmi un insegnante – dice – sono piuttosto un facilitatore. La formazione è uno scambio durante il quale divertirsi, perché la radio ti toglie dai guai e dalla noia.”
Tra le sue iniziative più recenti, c’è il podcast “Conosci la tua voce”, in cui esperienze quotidiane diventano l’espediente per imparare a fare un uso corretto della propria voce.
Quando la dott.ssa Donatella Tomaiuoli chiama Beppe per proporgli di partecipare al progetto, lui accetta immediatamente. Da quel momento inizia un’intensa fase di progettazione, in cui Beppe delinea le linee guida di quello che diverrà il nostro corso radio. A sopportarlo nell’impresa, il continuo confronto con i logopedisti e gli psicologi del Centro che ancora oggi costituisce parte integrante del progetto e consente di monitorare i progressi dei ragazzi.
Come si svolge una lezione tipo?
Tutto parte dal vissuto dei ragazzi, da ciò che accade attorno a loro e dalla loro inesauribile curiosità. Beppe ci racconta, ad esempio, di quando un piccolo esperimento culinario ha portato tutti i partecipanti a dar inizio ad una ricerca sulle più famose catene di fast-food, con scoperte non da poco.
Con la radio, non si impara solo a reperire e selezionare le informazioni, ma anche a conoscere meglio il proprio corpo e il suo funzionamento, modulando la respirazione, il ritmo o il tono di voce.
La radio, infatti, grazie all’assenza di fisicità permette di lavorare sulle proprie emozioni, che a seconda dei casi possono inficiare o promuovere la nostra capacità comunicativa. Vi siete mai chiesti attraverso quali risuonatori – dalla cassa toracica fino al naso – passa la tristezza o la gioia? Per scoprirlo è nato “il gioco delle emozioni”, durante il quale ai ragazzi viene assegnata un’emozione da riprodurre e che spetterà agli altri riconoscere.
La lezione procede ad un ritmo incalzante in cui, in un contesto ludico e spensierato, si alternano esercizi d’ogni tipo.
Per allenare la capacità di raccontare delle storie – storytelling – seguendo un percorso logico e cronologicamente ordinato, c’è poi la gara di barzellette, dove ci si assegna un voto a vicenda valutando le strategie messe in atto e la resa della battuta finale. Come ci insegna Beppe:
“L’obiettivo è usare meno parole, ma quelle giuste.”
Si passa poi ad attività più complesse come “il flusso di pensieri” in cui, sulla base di un passaggio di testimone prestabilito, i ragazzi pronunciano a turno una parola e ognuna servirà per costruire tutti insieme una storia originale.
Alla fine di questo excursus, risulta chiaro come l’obiettivo del corso – così come di ogni iniziativa e approccio terapeutico adottati al Centro – sia quello di dare valore all’unicità della persona e di favorire l’accettazione individuale e il riconoscimento reciproco.
Un ringraziamento speciale va a Beppe De Marco per il suo impegno e la sua disponibilità e per dimostrare quanto ambienti distanti – il suo, quello dello spettacolo, e il nostro, quello della riabilitazione – non solo possano coesistere ma anche arricchirsi a vicenda abbattendo il muro della diversità.