Il CRC è Centro accreditato presso la Regione Lazio al rilascio della Certificazione DSA valida ai fini scolastici, che consente l’accesso alle misure dispensative e/o compensative previste dalla legge 170/2010.
Un po’ di storia
La legge dell’8 ottobre 2010, n. 170, Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico, riconosce la dislessia, la disortografia, la disgrafia e la discalculia come Disturbi Specifici dell’Apprendimento. In risposta a questi assegna al sistema nazionale di istruzione e agli atenei il compito di individuare le forme didattiche e le modalità di valutazione più adeguate perché gli alunni con DSA possano conseguire il successo formativo.
La Legge 170 entra in vigore, l’anno successivo, con il Decreto Ministeriale 5669 del 12 luglio 2011 che si prefigge di:
- tutelare il diritto allo studio delle persone con diagnosi di DSA;
- individuare le misure educative e didattiche in grado di sostenete il corretto processo di insegnamento e apprendimento;
- individuare le modalità di verifica e valutazione scolastica.
A tale decreto sono allegate le Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di apprendimento.
Sono volte alla realizzazione di interventi didattici individualizzati e personalizzati, all’utilizzo degli strumenti compensativi e all’applicazione delle misure dispensative.
Indicano inoltre il livello essenziale delle prestazioni richieste alle istituzioni scolastiche e agli atenei per garantire il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con DSA.
Nello stesso anno, vengono pubblicati gli output della Consensus Conference indetta dall’Istituto Superiore di Sanità.
Sulla base della letteratura internazionale, l’ISS fornisce raccomandazioni cliniche utili a migliorare le conoscenze sull’argomento.
- Formulando, ove le prove scientifiche a disposizione siano sufficienti, raccomandazioni per la migliore prassi clinica;
- Precisando quali sono le aree di conoscenza ancora incerte e dubbie verso cui dovrebbe orientarsi la ricerca futura.
Il 25 luglio 2012 viene siglato l’Accordo tra Governo, Regioni e Province Autonome di Trento e Bolzano su Indicazioni per la diagnosi e la certificazione dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), con l’obiettivo di uniformare a livello nazionale le procedure diagnostiche, abilitative e di presa in carico.
Cosa accade nella Regione Lazio
La Regione Lazio era rimasta tra le poche regioni a non aver ancora dato piena attuazione alla normativa nazionale sui Disturbi Specifici dell’Apprendimento. In particolare, non aveva accolto la raccomandazione, presente all’interno dell’accordo Stato-Regioni del 2012, di consentire ai privati accreditati il rilascio della certificazione diagnostica valida ai fini scolastici.
Il 4 febbraio del 2020, viene approvato il “Protocollo d’intesa tra la Regione Lazio e l’Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio” per le attività di identificazione precoce dei casi a rischio di disturbo specifico dell’apprendimento.
Ciò avviene con i relativi due documenti allegati. Il primo, l’Allegato D fornisce le “Linee guida per la diagnosi e la certificazione dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento nella Regione Lazio. Il secondo, l’Allegato E fornisce indicazioni sui “Soggetti privati che possono rilasciare la certificazione diagnostica dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento”.
In particolare, l’allegato E definisce come anche i soggetti privati, rispondenti a determinati requisiti, possono rilasciare il documento.
Tra questi vi è il CRC riconosciuto dalla Regione Lazio quale ente abilitato al rilascio della certificazione diagnostica DSA valida ai fini scolastici.
La Certificazione DSA valida ai fini scolastici: cos’è e cosa comporta?
La certificazione diagnostica dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento è un documento dettagliato redatto da un’equipe multidisciplinare.
Essa è costituita, come unità minima, dal neuropsichiatra infantile, dallo psicologo, dal logopedista e dal TNPEE con comprovata esperienza clinica nell’ambito della diagnosi DSA.
Vengono effettuate simultaneamente una diagnosi clinica e una diagnosi di funzionamento.
L’equipe, coordinata dal Neuropsichiatra Infantile, attraverso test specifici standardizzati, effettua una valutazione intellettiva indagando:
– Abilità di lettura;
– Skill di scrittura;
– Abilità logico-matematiche.
Tutto il processo tiene sempre conto dell’impatto del DSA sul rendimento scolastico del bambino, sul suo stato emotivo, sulla sua autonomia nello svolgimento dei compiti.
La Certificazione deve inoltre contenere le informazioni necessarie per stilare una programmazione educativa e didattica ad hoc. Questa deve tenere conto delle difficoltà del bambino, prevedendo l’applicazione mirata delle misure previste dalla legge (strumenti compensativi, misure dispensative, forme di verifica e valutazione personalizzate).
Al termine del percorso diagnostico, è prevista la restituzione alla famiglia dei dati ottenuti dalla valutazione tramite colloquio e il rilascio del documento. La famiglia consegnerà, a sua volta, la certificazione al Pediatra e alla Segreteria del Dirigente Scolastico per l’attivazione dell’intervento specifico.
Aggiornamento della certificazione DSA
Il profilo di funzionamento è di norma aggiornato:
– Al passaggio da un ciclo scolastico all’altro e comunque, di norma, non prima di tre anni dal precedente;
– Ogni qualvolta sia necessario modificare l’applicazione degli strumenti didattici e valutativi necessari, su segnalazione della scuola alla famiglia o su iniziativa della famiglia.
Una volta ricevuta la certificazione, sarà cura della scuola, dell’intero consiglio di classe o team docente di verificarne la validità e stilare il Piano Didattico Personalizzato.
Il PDP va consegnato entro il primo trimestre scolastico al fine di tutelare lo studente e garantirne il successo formativo.
ITER per ottenere la certificazione DSA valida ai fini scolastici
La scuola ha un ruolo fondamentale nell’individuare le difficoltà degli alunni sin dal loro primo manifestarsi e nell’avvio di adeguati interventi di potenziamento.
Un’accurata osservazione consente di riconoscere tempestivamente gli alunni che presentano difficoltà ed avviare percorsi di potenziamento ed eventuale successivo percorso diagnostico.
Nella scuola primaria, per i casi che presentano caratteristiche assimilabili ai DSA o per i quali le attività di potenziamento, attivate per almeno sei mesi, risultino inefficaci, viene predisposta una comunicazione scritta.
Con questa i familiari vengono informati dettagliatamente delle difficoltà riscontrate nel percorso di apprendimento e delle attività di potenziamento messe in atto per stimolare il bambino.
Le tempistiche
L’attivazione del percorso diagnostico non può essere effettuata prima della seconda metà del secondo anno del primo ciclo di istruzione per quanto riguarda la dislessia e la disortografia. Prima della seconda metà del terzo anno del primo ciclo di istruzione per quanto riguarda la discalculia e la disgrafia.
In entrambi i casi sarà comunque necessario verificare prima l’efficacia di eventuali attività di potenziamento per almeno sei mesi.
Per gli alunni individuati, le strutture abilitate effettuano il percorso diagnostico e rilasciano la certificazione, garantendo la priorità ai bambini che frequentano la scuola primaria.
La certificazione deve essere prodotta di norma entro i 6 mesi dal completamento dell’iter diagnostico e non oltre il 31 marzo per gli alunni che frequentano gli anni terminali di ciascun ciclo scolastico.
Linee guida DSA 2022: Cosa cambia per la diagnosi DSA?
A 11 anni dalla pubblicazione delle prime Linee Guida per la diagnosi dei DSA, l’Istituto Superiore di Sanità ha presentato, nel 2022, il documento Linee Guida sulla gestione dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento. Aggiornamento ed integrazioni.
Tra le novità rientrano una serie di criteri di valutazione dei DSA, raccomandazioni per la diagnosi e indicazioni sui trattamenti più efficaci, non strutturati nei precedenti documenti. Nello specifico riguardano:
- Disturbo di Comprensione del testo. La ridefinizione del Disturbo di Lettura all’interno del DMS-5 (pubblicato nel 2013) ha reso necessaria la formulazione di indicazioni specifiche rispetto all’iter diagnostico e riabilitativo di tale disturbo. Non deve essere più considerato una conseguenza di un disturbo di decodifica, ma richiede l’utilizzo di prove standardizzate e indipendenti.
- Studenti bilingui e/o stranieri con DSA. Secondo i dati del MIUR, il 10% degli studenti in Italia è rappresentato da persone bilingue o straniere. Per questo la diagnosi DSA deve far riferimento a prove standardizzate su popolazione bilingue.
- DSA negli adulti. Con le nuove linee guida DSA, i clinici possono fare riferimento a direttive diagnostiche più chiare, con prove standardizzate per l’età adulta.